Manuale di sopravvivenza allo smart-working: per non cadere nella trappola della libertà
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Manuale di sopravvivenza allo smart-working: per non cadere nella trappola della libertà

Chi ha già esperienza di smart-working è consapevole che il rischio maggiore è quello di perdere il controllo di se stessi non riuscendo a darsi una regola.

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20 Marzo 2020 - 17.54


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Il lavoro da casa o, per dirla con l’inglesismo con cui è conosciuto adesso, smart working, è un’assoluta novità per i tanti che recentemente, volenti o nolenti, si stanno approcciando a questa nuova realtà. Per alcuni l’idea di lavorare in maniera indipendente è un sogno che diventa realtà, mentre ad altri sta facendo crescere il livello d’ansia soprattutto per la mancanza di un adeguato supporto da parte dell’azienda.
Chi ha già esperienza di smart-working è consapevole che il rischio maggiore è quello di perdere il controllo di se stessi non riuscendo a darsi una regola. In casa ci sono troppe distrazioni, a cominciare dai figli e conviventi da gestire, e qualcuno potrebbe rischiare di prenderla troppo comoda mantenendo un ritmo di lavoro al di sotto delle aspettative. Le insidie sono dietro l’angolo ma, con consapevolezza e disciplina, si possono trarre enormi benefici da questa modalità. Vantaggi importanti sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

Organizzare la postazione

Prendersi del tempo per organizzare al meglio il proprio “angolo lavoro” è fondamentale. A seconda della propria situazione, si dovrebbe creare uno spazio che sia “invaso” il meno possibile dagli altri membri familiari. Se si lavora principalmente al computer è essenziale disporre di un discreto PC o notebook almeno di fascia media, a meno ché non si lavori nel campo della grafica. Quel che conta maggiormente è avere un display di almeno 15,6 pollici, oppure un monitor esterno da collegare, magari avvalendosi della “modalità notturna” che filtra la luce blu, per non affaticare gli occhi. Per mantenere una postura corretta servirebbe una sedia regolabile in altezza e con dei braccioli comoda, abbastanza per rimanerci 6 ore di fila. Chi soffre di problemi alla schiena dovrebbe considerare una sedia ergonomica, oppure sfruttare il divano per variare la posizione di tanto in tanto. A questo scopo anche il bancone della cucina, su cui appoggiarsi per lavorare in piedi, è una buona opzione.

Stabilire una routine

Spesso si pensa che il lavoro da casa possa essere affrontato in maniera intuitiva, ma non è così. L’aspetto cruciale è la gestione del tempo, perché in casa le distrazioni sono infinite e la tentazione di prendersi troppe pause rischia di allungare i tempi necessari a completare le mansioni. È d’obbligo adottare delle strategie. Uno studente napoletano negli anni ‘80 ha inventato la Tecnica del Pomodoro, perché usava un timer da cucina a forma di pomodoro. Consiste, infatti, nel dividere il tempo lavorativo in sessioni da 25 minuti di lavoro intenso più 5 minuti di pausa. Dopo quattro sessioni si può prendere una pausa più lunga da 15/30 minuti, il successo è garantito, ma a patto che si sia onesti con se stessi. 

 Le mini pause sono parte integrante del metodo e, anche se 5 minuti passano in fretta, l’importante è dedicarli ad attività manuali o fisiche, come prepararsi un caffè o una tisana, e sono utili anche ad alleviare i dolori alla schiena. In questi casi, si possono sfruttare i cinque minuti per fare dei semplici esercizi di yoga studiati appositamente per compensare i danni della sedentarietà sofferti da chi abitualmente lavora da casa o passa tante ore seduto, come traders o professionisti del poker sportivo.

Mantenere la produttività

Oltre a organizzarsi al meglio, se si lavora in team, è necessario disporre di certi strumenti per comunicare velocemente con i colleghi. Ci sono diversi software creati apposta per aumentare la produttività e replicare gli ambienti di lavoro online: Slack, Trello, Google Drive e Telegram sono i più diffusi, e ognuno ha le sue peculiarità. Fondamentale è anche rispettare un’etichetta professionale: comunicare i propri orari al gruppo, rispettare gli orari delle riunioni e delle chiamate sono la base. Inoltre, gli svedesi suggeriscono altre “pratiche relazionali” che si pensa possano migliorare la produttività, soprattutto per chi vive con il proprio partner.

 Infine, per evitare disastri lavorativi ed esaurimenti nervosi, è indispensabile separare il più possibile la vita familiare da quella lavorativa: stabilire quanto tempo dedicare al lavoro e quanto agli hobby, evitare di rispondere alle mail fuori orario di lavoro e, una volta finito, imparare a dedicarsi esclusivamente ad attività che ci fanno stare bene. La libertà è un grande privilegio ma se non la si sa gestire, in breve tempo, potrebbe diventare una trappola.

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