Ines fa la storia: è la prima trans su Playboy

Per la prima volta in 64 anni, infatti, il magazine americano ha scelto una Playmate transgender.

Ines Rau
Ines Rau
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21 Ottobre 2017 - 14.36


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Modella, 26 anni, parigina e playmate di novembre. Con una particolarità che l’ha fatta entrare nella storia di Playboy: per la prima volta in 64 anni, infatti, il magazine americano ha scelto una Playmate transgender.

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Nel primo numero pubblicato dopo la morte del fondatore Hugh Hefner – scomparso a 91 anni a fine settembre – i riflettori sono tutti per Ines Rau, fotografata da Ryan McGinley.

Una scelta che Cooper Hefner, top executive della rivista – in uscita con il numero ‘novembre/dicembre’ -, ha definito in linea con la missione originaria di Playboy che vuole abbracciare i cambiamenti della società e della sessualità.

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Nata a Parigi, la 26enne vive tra New York e la capitale francese e, come si legge sul sito del magazine, ama definirsi una ‘party girl’: “Non mi interessa ubriacarmi ma vivere le feste come una celebrazione della vita”.

Per quanto riguarda i gusti musicali, “sono ossessionata dalla deep house. E amo l’hip-hop, ma anche la musica classica e l’opera. Fanno bene all’anima”.

“Le modelle sono insicure, come tutti – racconta Ines Rau al magazine – abbiamo giorni peggiori e giorni migliori naturalmente” e “il consiglio che posso dare alle ragazze è di cercare di vivere rilassate: non mettetevi pressione, ma accettatevi e siate orgogliose di essere chi siete con tutte le vostre imperfezioni”.

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“Ci sono persone che pensano che essere transgender sia contrario alle leggi della Natura, ma sono le stesse che non stanno facendo nulla per aiutare la Natura. Se voglio cambiare sesso, è qualcosa che resta tra me e il mio corpo. Potrei nasconderlo, ma non lo faccio perché rispetto le persone”.

E poi, un obiettivo: essere d’esempio e difendere “chiunque abbia paura di essere se stesso solo perché teme di essere giudicato o rifiutato. Le persone dovrebbero essere incoraggiate a vivere le proprie differenze e non a diventare chi la società dice di essere”.

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