Un giorno di digiuno e cibi intelligenti: così si allunga la vita

Le buone pratiche a tavola approvate anche dai più grandi centri oncologici. Adottare questo regime, seguiti da un medico, serve a potenziare il sistema immunitario, a riprogrammare il metabolismo, a guadagnare longevità

La dieta smartfood per contrastare le malattie
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11 Settembre 2017 - 15.15


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di Delia Vaccarello

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Il digiuno fa bene? Finita l’estate, vogliamo provarlo per mantenere la forma fisica ritrovata? Da qualche anno molti nutrizionisti consigliano di stare leggeri sia a chi è sovrappeso ma anche a chi è malato di cancro o è afflitto da cardiopatie. Si tratta per tutti noi che siamo cresciuti con il rischio di incorrere nei problemi della sazietà di cambiare prospettiva, di scoprire un modo di stare al mondo che non tralasci l’esercizio fisico, rifugga dal troppo pieno, promuova il vuoto (di cibo, di spazi, ma anche psichico), stimolando relazione con gli altri e cultura. A mettere a punto uno schema puntuale è stato Walter Longo, ricercatore specializzato in Biochimica e Neurobiologia all’University of Southern California, direttore del programma di Oncologia e longevità dell’IFOM (Istituto di Oncologia Molecolare di Milano), con la dieta “mima – digiuno”. Il consiglio è di seguire un percorso di 5 giorni, con il primo giorno che prevede un consumo di 1000 calorie e i restanti quattro di 700. Una restrizione che “mima” il digiuno e attiva nel corpo, pur senza il digiuno totale, la buona risposta al segnale di penuria di cibo. Le linee indicate da Longo, anche se hanno suscitato perplessità e polemiche, sono state abbondantemente confermate. Adottare questo regime una volta ogni due tre mesi, seguiti da un medico, serve a potenziare il sistema immunitario, a riprogrammare il metabolismo, a guadagnare longevità. Parola chiave che promette anche a chi ha una patologia di fortificare il corpo e di avere una soddisfacente qualità della vita. In America la dieta mima digiuno è molto seguita anche per arginare l’obesità diffusa.

“L’ho provata anche io”, dice Fabio Cappuccini, ginecologo oncologo presso l’Università della California, specializzato nel campo della chirurgia pelvica. L’ha sperimentata, non perché sovrappeso, ma per comprenderne gli effetti e suggerirla. “Ho fatto il programma di 5 giorni. Lo considero molto fattibile. Mi sono trovato bene, penso che abbia effetti disintossicanti. La consiglierei certamente alle pazienti con cancro alle ovaie”.
Fuori dalle cinque giornate canoniche, i segreti di Longo, “guru della lunga vita” secondo il Time, vanno ossequiati e dicono di mangiare poche proteine, di bandire i carboidrati raffinati e assumere solo gli integrali , scegliere sempre moltissima verdura e poca frutta, assumere tanti legumi e olio extravergine di oliva. Il pesce? Sì ma non più di tre volte a settimana, rigorosamente pescato e non di allevamento, e di taglia piccola (acciughe, sardine,merluzzo). Occhio agli orari: non mangiare prima delle 8 di mattina e dopo le 8 di sera. Ma se cinque giorni tutti di fila da effettuare ogni 2/3 mesi vi sembrano troppi, c’è una alternativa. Ed è fare un giorno di digiuno a settimana secondo lo schema delle 700 calorie. Una misura utile anche per chi ha il cancro. Affamare settimanalmente le cellule malate e tenerle a stecchetto quando ci si sottopone alla chemio aiuta il corpo a combatterle aumentando anche gli effetti dei farmaci. La giornata da 700 non è così terribile. Ecco un esempio, colazione: 150 grammi di frutta, 20 grammi di noci, tè o tisane. Pranzo: 50 grammi di riso integrale nero, 300 di zucca o zucchine con un cucchiaio di olio EVO (extra vergine oliva), cento grammi di insalata con un cucchiaino di olio evo. Come spuntino: cruditè che non si superino i cento grammi (carota, sedano, cetriolo), e la sera 300 grammi di asparagi, zucchine, zucca, che si possono mangiare o in brodo vegetale o con gli shirataki. Cioè una tipo di pasta giapponese a bassissimo contenuto calorico, dieci calorie ogni cento grammi. Affogati nelle verdure, placano egregiamente l’appetito.
Da un anno a questa parte ad affiancare le proposte di Longo, descritte nel libro “La dieta della longevità” (Vallardi editore) è giunta la dieta Smartfood, un nome azzeccato che ci porta nel regno dei cibi intelligenti e brillanti, che non ingrassano e ci rendono veloci. A diffonderla la giornalista Eliana Liotta, autrice de “La dieta smartfood”, best seller con 100mila copie vendute, seguito da “Le ricette smartfood” (entrambi Rizzoli editore). Testi che fanno tesoro della collaborazione con lo Ieo (Istituto oncologico europeo) e affondano le radici nel campo della nutrigenomica. Quali sono i cibi smart? Arance rosse, cioccolato fondente sopra il 70 per cento, cipolle, lattuga, melanzane per citarne alcuni, sono tra i 20 Longevity Smartfood, hanno il potere di influenzare la durata e la qualità della vita. Ci sono anche i “protective Smartfood” e sono 10 cibi – aglio, cereali integrali, frutta, extravergine d’oliva e altri – che proteggono l’organismo, allontanando obesità e molte malattie croniche. Qualcuno teme che il digiuno anche se “mimato” comprometta le prestazioni della vita quotidiana? Timori mal riposti. Le diete mima-digiuno favoriscono concentrazione calma ed efficienza.

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