La zucca di Halloween, un'usanza celtica e romana

Intagliare le zucche con un'espressione minacciosa era una tecnica usata in tempi antichi anche nelle campagne laziali.

La zucca di Halloween, un'usanza celtica e romana
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30 Ottobre 2013 - 11.34


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Il nome Halloween, che rappresenta la festa di Ognisanti che si celebra il 31 ottobre, nasce dalla contrazione del nome medievale “All hallows’ eve”, dove hallow e’ l’antico termine per santo ed eve significa vigilia.

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Ma anche se si tratta di una tradizione di origine celtica, celebre soprattutto negli States, c’è un pizzico di Roma nella sua celebrazione. La storia dice che i Celti non temevano i propri morti e il giorno prima della festa oggi dell’1 novembre, lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Nella notte di Samhain, come era chiamata, c’erano però anche elfi e fate che erano soliti fare scherzi. E a questo si ricollega, forse, la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: “Dolcetto o scherzetto?”.

Secondo la tradizione, per sfatare la sfortuna bisogna bussare a 13 porte diverse. Con il dominio romano, Samhain fu assimilata all’equivalente celebrazione di Pomona, una festa del raccolto, cosicchè uscì dai confini etnici sviluppandosi in diverse varianti. Dai romani la festa fu chiamata Samonios. Intagliare delle zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all’interno è invece un rito legato alla leggenda irlandese di ‘Jack-o’-lantern’, tipica di questa ricorrenza.

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La storia e’ quella del fabbro ‘Stingy Jack’, ubriacone e dissoluto, il quale vendette l’anima al Diavolo per pagare i suoi debiti di gioco. L’uso di zucche, o anche di rape vuote illuminate, è documentato in tempi antichi anche in alcune località dell’alto Lazio, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di Zozzo.

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