Pechino sfida Usa e alleati: esercitazioni navali nel mar Cinese

Pechino ha dispiegato "pattuglie congiunte navali e aeree nel Mar Cinese Meridionale" nello stesso giorno in cui gli Stati Uniti, il Giappone, le Filippine e l'Australia hanno condotto le prime esercitazioni congiunte al largo di Palawan

Pechino sfida Usa e alleati: esercitazioni navali nel mar Cinese
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8 Aprile 2024 - 02.00


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Pechino ha dispiegato “pattuglie congiunte navali e aeree nel Mar Cinese Meridionale” nello stesso giorno in cui gli Stati Uniti, il Giappone, le Filippine e l’Australia hanno condotto le prime esercitazioni congiunte al largo di Palawan, un’isola filippina situata di fronte all’arcipelago delle Spratly, dove la tensione tra Manila e Pechino è in netto aumento.

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«Tutte le attività militari che disturbano la stabilità nel mar Cinese meridionale sono sotto controllo», ha riferito una nota priva di dettagli diffusa a sorpresa in mattinata dal Comando del Teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione, usando una formula inedita indirizzata al `Pacific Quad´.

In serata, i Paesi del cosiddetto `Quadrilatero del Pacifico´, altro schema Usa per contenere la Cina, hanno concluso con successo «la prima attività cooperativa marittima multilaterale», hanno riferito i militari di Manila. Il colonnello Xerxes Trinidad, capo degli Affari pubblici, ha confermato la nutrita presenza filippina (tre navi guidate dalla Brp Gregorio Del Pilar), oltre che dell’unità da combattimento americana Uss Mobile (più un aereo Poseidon P-8A da ricognizione, mentre il gruppo d’attacco della portaerei Uss Roosevelt è dato in navigazione di routine non troppo lontana), della fregata australiana Hmas Warramunga (più un P-8A) e del cacciatorpediniere nipponico JS Akebono. Le risorse navali hanno condotto attività di comunicazione, tattiche e di rilevazione, dimostrando «l’impegno dei Paesi partecipanti a rafforzare la cooperazione regionale e internazionale a sostegno di un Indo-Pacifico libero e aperto con gli esercizi di interoperabilità marittima», ha aggiunto Trinidad.

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Di parere contrario il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese: «I pattugliamenti congiunti nel mar Cinese meridionale o la collusione nella diplomazia politica e nell’opinione pubblica internazionale da parte di Usa, Giappone e Filippine potrebbero portare a un deterioramento della sicurezza regionale e potenzialmente minacciare la sicurezza circostante della Cina», ha ammonito in un commento.

Le operazioni sono arrivate a pochi giorni dalla visita di Stato a Washington del premier giapponese Fumio Kishida: il bilaterale con il presidente Joe Biden del 10 aprile porterà, tra l’altro, al maggiore aggiornamento del patto sulla sicurezza dal 1950. Il giorno successivo, invece, sarà la volta dell’inedito summit a tre con il presidente filippino Ferdinand Marcos jr. I leader discuteranno l’espansione della cooperazione in vari settori, compreso quello della difesa, puntando a costruire quella che Washington ha definito la «capacità collettiva» per migliorare nella regione il coordinamento della sicurezza.

Per altro verso, come ha riportato il Financial Times, Usa, Gran Bretagna e Australia si apprestano ad avviare le trattative per espandere il patto di sicurezza Aukus lanciato come deterrenza nei confronti della Cina. Resta, in questo scenario di consolidamento delle alleanze, ancora da definire il maggiore coinvolgimento in schemi multilaterali della Corea del Sud, l’altro grande pilastro americano in Asia insieme al Giappone. 

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