Ucraina, Mosca detta le condizioni per la pace che corrispondono alla capitolazione

Secondo il viceministro degli Esteri russo Michail Galuzin, l'Ucraina rinunciare sia Nato che all'Unione Europea.e riconoscere i territori illegalmente annessi. Più il russo come lingua di stato

Ucraina, Mosca detta le condizioni per la pace che corrispondono alla capitolazione
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27 Maggio 2023 - 11.07


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Secondo il viceministro degli Esteri russo Michail Galuzin, l’Ucraina per raggiungere una soluzione “duratura” e mettere fine al conflitto in corso, dovrebbe rinunciare alla sua aspirazione di aderire sia alla Nato che all’Unione Europea.

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In un’intervista all’agenzia di stampa Tass, il diplomatico ha delineato una serie di altre condizioni che dovrebbero essere soddisfatte. Sorprendentemente, Galuzin ha inserito l’ingresso nell’Ur tra i “veti” russi, nonostante il fatto che in precedenza lo stesso presidente Vladimir Putin avesse sostenuto che la Russia non si sarebbe opposta all’eventualità che l’Ucraina diventasse uno Stato membro a pieno titolo dell’Unione.

“Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l’Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all’Ue”, ha detto Galuzin in una intervista all’agenzia Tass i cui principali punti sono stati anticipati nella tarda serata di venerdì.

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Il diplomatico inserisce l’ingresso nell’Ue dell’Ucraina tra i veti russi, malgrado in precedenza lo stesso Vladimir Putin aveva sostenuto di non opporsi alla prospettiva che l’Ucraina diventi uno Stato dell’Unione a tutto tondo.

“Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l’Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all’Ue”, ha dichiarato il viceministro degli Esteri Michail Galuzin a conclusione della giornata in cui Mosca è stata l’ultima tappa del tour dell’inviato speciale cinese per l’Eurasia Li Hui, incaricato delle consultazioni per una soluzione negoziale del conflitto.

Secondo il Wall Street Journal, nei suoi colloqui in diverse capitali europea, l’emissario cinese ha sollecitato una maggiore autonomia nelle posizioni rispetto agli Stati Uniti, e soprattutto ad accettare l’idea che le zone ucraine occupate dalla Federazione russa vengano formalmente annesse.

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Quindi, secondo Mosca: cessate il fuoco immediato in cambio del riconoscimento degli assetti territoriali attuali, ovvero dell’occupazione da parte russa del Donbass e di parte delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, oltre che della Crimea. Nelle parole del viceministro russo, “devono essere riconosciute le nuove realtà territoriali che si sono sviluppate a seguito della realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione”.

Galuzin ha messo al primo posto la “cessazione delle ostilità da parte delle forze armate dell’Ucraina” e l’interruzione delle forniture di armi occidentali. La Federazione russa chiede poi “il ritorno allo status neutrale non di blocco” dell’Ucraina e la rinuncia all’adesione alla Nato, nonché all’Unione europea.

La Federazione russa suggerisce, tramite il diplomatico, di fissare allo stato attuale l’assetto territoriale ucraino, quindi il riconoscimento internazionale delle aree dichiarate annesse.

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Alla lingua russa deve poi essere assegnato lo status di lingua di stato. Galuzin cita infine “la tutela dei diritti dei cittadini di lingua russa e delle minoranze nazionali” e il “rispetto dei diritti umani fondamentali, compresa la libertà di religione”.

Il viceministro ha sottolineato che “i primi due requisiti sono necessari per un “accordo”, mentre il resto – per il “raggiungimento di una pace globale, giusta e duratura”.

 Nelle richieste russe la novità sembra essere il veto sull’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, che era scenario dichiarato possibile dal presidente russo Putin ancora a luglio 2022, quando diceva che l’Ue “non è un blocco militare, contrariamente alla Nato”.

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Le argomentazioni del viceministro confermano quanto le parti siano lontane da un possibile tavolo negoziale.

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