Corte penale internazionale: come è nata e come funziona il tribunale che vuole la cattura di Putin

Le origini della Corte penale internazionale (Cpi) risalgono al fine della Seconda guerra mondiale, quando vennero istituiti dei tribunali militari internazionali, tra i quali, primo fu quello di Norimberga contro i nazisti

Corte penale internazionale: come è nata e come funziona il tribunale che vuole la cattura di Putin
La corte penale internazionale
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17 Marzo 2023 - 21.56


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Dopo il mandato d’arresto per Putin non si parla d’altro, ossia cosa: le origini della Corte penale internazionale (Cpi) risalgono al fine della Seconda guerra mondiale, quando vennero istituiti dei tribunali militari internazionali, tra i quali, primo fra tutti, quello chiamato a giudicare i capi nazisti nel Processo di Norimberga.

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La sua nascita formale è avvenuta però solo nel 1998, sulla base dello Statuto di Roma, entrato in vigore nel 2002 e al quale hanno aderito finora 123 Paesi. Tra di essi, non ci sono peraltro la Russia, gli Stati Uniti, la Cina e l’India. Neanche l’Ucraina ne fa parte, ma ha esercitato due volte le sue prerogative per accettare la giurisdizione della Corte sui presunti reati ai sensi dello Statuto di Roma che dal 2014 si verificano sul suo territorio.

Come spiega nel suo stesso sito web, la Cpi, che ha sede al’Aia, in Olanda, «intende integrare, non sostituire, i sistemi penali nazionali; persegue i casi solo quando gli Stati non sono disposti o non sono capaci di farlo». La sua giurisdizione si applica in particolare per quattro reati principali. In primo luogo il reato di «genocidio», caratterizzato dal «preciso intento di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso». I «crimini contro l’umanità», che includono tra l’altro «la deportazione». In terzo luogo, «crimini di guerra» e, infine, il quarto reato, ovvero quello di «aggressione», che consiste «nell’uso della forza armata da parte di uno Stato contro la sovranità, l’integrità o l’indipendenza di un altro Stato».

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In quanto istituzione giudiziaria, precisa ancora nel suo sito, «la Cpi non dispone di una propria forza di polizia o di un organo di applicazione; pertanto, fa affidamento sulla cooperazione con i Paesi di tutto il mondo per il supporto, in particolare per effettuare arresti e trasferire le persone arrestate al centro di detenzione a L’Aia».

Pur non essendo un’organizzazione delle Nazioni Unite, la Corte ha un accordo di cooperazione con l’Onu, e la sua azione è stata finora significativa in diversi casi. Ad esempio, quando nel 2011 accusò di crimini contro l’umanità l’ex leader libico Muammar Gheddafi. E ancora prima nel 2008, quando incriminò l’ex presidente sudanese Omar al Bashir con l’accusa di genocidio e di crimini contro l’umanità. Attualmente la Cpi indaga su diversi dossier, tra cui i crimini contro la minoranza musulmana dei Rohingya e i presunti crimini contro l’umanità commessi dal governo del presidente venezuelano Nicolas Maduro

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