Il Patriarca Kirill è stato una spia del Kgb a Ginevra con il nome in codice Mikhailov

La testata svizzera Tages Anzeiger ha preso visione di una scheda della polizia federale svizzera. Agive negli anni Settanta, Il nipote del Patriarca nega

Il Patriarca Kirill è stato una spia del Kgb a Ginevra con il nome in codice Mikhailov
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7 Febbraio 2023 - 16.33


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 Un guerrafondaio omofobo che è stato anche una spia sovietica: nome in codice «Mikhailov»: il Patriarca di Mosca, Kirill, uno dei più strenui sostenitori della guerra in Ucraina scatenata da Vladimir Putin avrebbe agito da agente del Kgb nella neutrale Svizzera degli anni ’70, anni in cui maturava la Conferenza per la Sicurezza e Cooperazione in Europa e l’Unione Sovietica allestiva le prime rampe di lancio per gli euromissili puntati sulle capitali del Vecchio Continente.

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L’attuale patriarca moscovita «era una spia» che operava in Svizzera ed il suo nome di copertura era Mikhailov. Dal 1971 al 1974 un giovane sacerdote russo di nome Vladimir Gunyayev ha vissuto a Ginevra come rappresentante presso il Consiglio ecumenico delle Chiese, scrive Tages Anzeiger, riferendo di aver potuto prendere visione della scheda redatta a suo tempo dalla polizia federale.

La documentazione mostra chiaramente che Gunyaev, cioè Kirill, ha lavorato da giovane sacerdote per i servizi segreti sovietici raccogliendo informazioni su altri membri del Consiglio ecumenico delle chiese a Ginevra. Un forum internazionale poco conosciuto ma molto importante nelle relazioni tra i vari mondi religiosi e quindi di potenziale assoluto nel plasmare le pubbliche opinioni di un alto numero di paesi. Il suo compito sarebbe stato quello di influenzarne la posizione, volgendola contro gli Stati Uniti e la Nato e dando un’idea positiva dell’Urss e del suo rispetto dei diritti religiosi. Una fatica non da poco.

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Il ruolo svolto mezzo secolo fa dall’allora giovane Kirill è sempre stato oggetto di sospetti e sussurri, ma mai come questa volta le accuse sono emerse in modo documentalmente circostanziato. Dopo il suo ritorno a Mosca e la sua ascesa nella gerarchia ecclesiastica russa, Kirill avrebbe poi visitato la Svizzera più di 40 volte. Secondo il giornale; per sciare, per partecipare al Consiglio ecumenico delle chiese e per affari. Mette ancora in risalto il giornale svizzero che negli anni ’90 la Chiesa ortodossa ha potuto esportare petrolio russo attraverso una società registrata a Ginevra. la Chiesa ortodossa russa ha finora rifiutato qualsiasi commento sulle presunte attività di spionaggio di Kirill a Ginevra.

Da parte sua, il Consiglio Mondiale delle Chiese ha affermato di non avere «alcuna informazione» in merito. Il nipote di Kirill e successore nella carica a Ginevra, Mikhail Gundyaev, ha negato che suo zio fosse un agente . Nonostante lo «stretto controllo» del Kgb, Kirill «non è mai stato un agente». La «sincerità del suo impegno nel lavoro ecumenico con altre chiese» non è stata «influenzata» dalle pressioni dei servizi segreti sovietici, ha detto Gunyaev al «Le Matin Dimanche», l’altra testata svizzera che si è occupata del caso.

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