Controffensiva di Kiev e ricatti nucleari di Putin: il dilemma di Biden sulle prossime mosse

Le domande più pressanti alle quali la Casa Bianca deve rispondere riguardano l'eventuale fornitura di armi a raggio più lungo chieste a gran voce dell'Ucraina e come instradare la guerra verso la fine.

Controffensiva di Kiev e ricatti nucleari di Putin: il dilemma di Biden sulle prossime mosse
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9 Ottobre 2022 - 18.35


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Un paradosso: le cose vanno bene per gli ucraini e gli Stati Uniti si trovano in imbarazzo. Le vittorie sul campo dell’Ucraina mettono pressione su Joe Biden, chiamato a decidere come meglio sostenere Kiev in un guerra contro la Russia che sta entrando in un nuova fase e si avvia verso un inverno freddo.

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Le domande più pressanti alle quali la Casa Bianca deve rispondere riguardano l’eventuale fornitura di armi a raggio più lungo chieste a gran voce dell’Ucraina, come gestire le richieste di Kiev per un’ammissione alla Nato e come instradare la guerra verso la fine.

Sull’adesione all’alleanza transatlantica la posizione degli Stati Uniti è chiara: non c’è alcun interesse a far entrare Kiev in questo momento. Farlo ora significherebbe far scattare la clausola della mutua difesa e quindi innescare un conflitto ancora più ampio.

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L’annessione di territori ucraini da parte della Russia crea potenziali ulteriori dilemmi per la Casa Bianca, visto che Vladimir Putin ha messo in guardia su un possibile uso di armi nucleari tattiche nel caso in cui il suo territorio sarà attaccato. «Washington dice `non riconosciamo come territorio russo´ le annessioni. Ma per Putin e molti dei suoi compatrioti i territori annessi sono come San Pietroburgo o Mosca», osserva Brett Bruen, ex funzionario del Dipartimento di Stato dell’era Obama.

Sulla base di questo «la nozione che le armi» americane «non devono essere usate per colpire il territorio russo perché farlo potrebbe provocare la Russia va messa in discussione», aggiunge Bruen. «Questo storico momento della guerra fra Russia e Ucraina ci ricorda come gli Stati Uniti hanno rimosso dalla loro agenda il controllo delle armi nucleari e le conseguenze di questo potrebbero essere pericolose», mette in evidenza lo storico Julian Zelizer.

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