Una ‘sposa dell’Isis’ vuole tornare a casa e collaborare con gli 007 britannici
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Una ‘sposa dell’Isis’ vuole tornare a casa e collaborare con gli 007 britannici

Da Londra però, il governo non apre al suo ritorno. Sajid Javid, ministro della Sanità nell’attuale gabinetto, è scettico: "Se solo la gente sapesse quello che la ragazza ha fatto laggiù, sarebbe pienamente d’accordo con me”

Shamima Begum
Shamima Begum
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17 Settembre 2021 - 12.30


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Shamima Begum, ragazza ventenne di fede musulmana, nel 2015 lasciò Londra, insieme a due amiche, per raggiungere le terre all’epoca in mano allo Stato Islamico, a cavallo tra Siria e Iraq.
Unitasi al califfato, Begum aderì integralmente al rigido stile di vita religioso dell’Is, indossando il velo e l’abaya, la tunica che copre il corpo delle donne nei paesi arabi più conservatori.
In Medio Oriente si sposò con un militante islamico olandese, dal quale ebbe anche un figlio, poi morto di polmonite. Con la caduta delle bandiere nere, e la cattura del marito, Begum fu presa dai curdi e rinchiusa in un campo di detenzione per prigionieri dell’Is nel Kurdistan siriano. Nel 2019, Downing Street le ritirò la cittadinanza del Regno Unito.
Ora, dallo stesso campo di detenzione, Begum torna a far parlare di sé. La ragazza ha chiesto al governo britannico asilo in cambio di collaborazione: “Non ho mai aderito veramente all’ideologia dello Stato Islamico. Per loro era soltanto una moglie e una madre”. Nega di avere responsabilità in crimini di guerra: “L’unica cosa di cui mi pento è la mia partenza per il Medio Oriente. Ero una ragazzina, mi hanno fatto il lavaggio del cervello”. Adesso però la ‘sposa dell’Isis’ si dice pronta a collaborare. “Se Londra mi accoglierà, collaborerò con le forze di polizia e di intelligenze per raccontare la mia storia e i metodi usati dai militanti islamici per reclutare in Occidente giovani foreign fighters ingenui come me”.
Da Londra però, il governo non apre al suo ritorno. Sajid Javid, ministro della Sanità nell’attuale gabinetto, è scettico: “Quando le revocammo la cittadinanza io ero ministro dell’Interno. Se solo la gente sapesse quello che la ragazza ha fatto laggiù, sarebbe pienamente d’accordo nel rifiutarsi di ridarle la cittadinanza”. Ma Begum non desiste. Ora la sua vita è cambiata radicalmente. Basta vedere il suo nuovo look: cappellino da baseball griffato, rossetto e maglietta che lascia scoperte le sue spalle. Una rivoluzione, rispetto all’abbigliamento islamico conservatore: “Non voglio marcire per sempre in un campo profughi siriano. Fatemi tornare”.

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