Una delle prime governatrici afghane: "Il ritiro delle truppe americane è stato un errore"
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Una delle prime governatrici afghane: "Il ritiro delle truppe americane è stato un errore"

Habiba Sarabi è una delle riformatrici della ricostruzione post-talebana: "I talebani non credono nei diritti delle donne né degli esseri umani in generale, per questo è difficile provare a parlare con loro"

Habiba Sarabi
Habiba Sarabi
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17 Settembre 2021 - 17.12


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Quella di Biden è stata una scelta storica, ma c’è chi la contesta aspramente per il tempismo, soprattutto chi ha conosciuto bene la barbarie di avere gli eserciti occidentali all’interno dei territori che governava.

Habiba Sarabi, una delle riformatrici della ricostruzione post-talebana e prima donna a governare una provincia dell’Afghanistan (nel 2005 è stata nominata governatrice di Bamiyan), si trovava a Doha, in Qatar, quando i talebani hanno preso il potere.

E sembra non avere gradito il ritiro delle truppe statunitensi e della Nato dall’Afghanistan, definendole “Un grosso errore, una scelta irresponsabile”. 

Ora si è trasferita nella città turca di Izmir, dove vive con il figlio.
Secondo lei, ora spetta alla comunità internazionale «correggere» quel grave errore del presidente Usa Joe Biden e «fare leva» sui talebani perché rispettino i diritti fondamentali umani, compresi quelli delle donne.

“Nelle zone rurali i talebani stanno catturando e uccidendo persone”, ha aggiunto.
“Le donne non possono uscire. I talebani non credono nei diritti delle donne né degli esseri umani in generale, per questo è difficile provare a parlare con loro”.

E, ancora, secondo Habiba Sarabi gli afghani non si aspettavano che le truppe degli Stati Uniti rimanessero per sempre, “ma, almeno, il ritiro delle truppe avrebbe potuto essere fatto in modo diverso”.

Contro la scelta di Biden si è schierato pubblicamente anche l’ex senatore della Pennsylvania Scott Wagner che, lungo le strade della Pennsylvania, ha fatto affiggere dei cartelloni che mostrano il presidente americano vestito con abiti talebani e con una granata con propulsione a razzo in mano, e il commento: “Make the Taliban great again” (la frase, ovviamente, ricalca lo slogan dell’ex presidente Trump, “Make America great again”).

Wagner dice di aver sentito il bisogno di esprimere la sua opinione perché il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan e il crollo – a sorprendente velocità – del governo con la presa al potere dei talebani, sono “un disastro assoluto, una tragedia”, soprattutto per quella generazione di afghani e afghane cresciuta in un Paese che concedeva una certa libertà e diritti che ora saranno “calpestati”.

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