Il fratello di Massoud invoca la resistenza: "Il Panjshir non è ancora perduto"

Wali Massoud: "L'esercito non ha combattuto e ha ceduto le armi obbedendo agli ordini. Il resto del mondo sembra cieco con noi"

Wali Massoud
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10 Settembre 2021 - 11.53


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La rivendicazione della conquista del Panshir da parte dei talebani trova la forte opposizione delle forze locali e delle autorità.

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Il Panshir, la roccaforte di resistenza anti-talebana, non è perduto. A dirlo con forza è Wali Massoud, fratello del ‘leone’ del Panshir che combatté prima i sovietici e poi i talebani, e nipote di Ahmad Massoud, attuale leader dell’Alleanza del Nord.

“Il Panshir non è caduto”, “è falso”, rimarca.

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“Chi conosce la valle del Panshir sa che controllare la piccola strada che corre nel fondo valle non significa prendere il Panshir”, spiega in un’intervista.

Attualmente Wali Massoud vive in Europa e cerca di dare man forte politicamente alla causa portata avanti dal nipote che “sta bene, è energico, lucido”, riferisce. Solo che dai leader europei non arriva l’aiuto sperato.

“Provo a spiegare che stiamo combattendo il terrorismo, ma è difficile – ammette – sembra che qui in Europa i politici credano davvero che i talebani non offriranno asilo ai loro colleghi terroristi. Incredibile”.

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Nessuno sembra volerli aiutare. “Il resto del mondo sembra cieco. Fatico a capire”, prosegue.

Dura l’accusa agli Stati Uniti e all’ex presidente afghano.

“L’esercito non ha combattuto e ha ceduto le armi obbedendo agli ordini. L’incredibile follia di agosto faceva parte di un piano elaborato dal dottor Khalilzad, l’inviato speciale americano, con la complicità dell’ex presidente Ashraf Ghani per consegnare il Paese ai talebani”.

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