Rischi di guerra nel mondo: Di Maio e 'Giuseppi' Conte non pervenuti
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Rischi di guerra nel mondo: Di Maio e 'Giuseppi' Conte non pervenuti

Nessuna condanna per l'azione di Trump, uno striminzito e anonimo comunicatino della Farnesina per non prendere posizione. La politica estera italiana non esiste

Soleimani ucciso in un attacco ordinato da Trump
Soleimani ucciso in un attacco ordinato da Trump
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4 Gennaio 2020 - 09.51


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Che dire? Non che l’Europa faccia molto, visto che le sue divisioni e la sua mancanza di coraggio la stanno relegando alla marginalità.

Ma certamente quello che accade in Libia e ora nel Golfo non è irrilevante per l’Italia.

Tuttavia mentre Salvini si lasciava andare a dichiarazioni irresponsabili che mettono a rischio l’incolumità dei militari italiani all’estero e delle stesse strutture italiane, incredibile è stata la totale assenza di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, premier e ministro degli Esteri che non sono pervenuti.

Di Maio, la cui inadeguatezza a ricoprire l’incarico di titolare della Farnesina è nota perfino ai parcheggiatori abusivi dello stadio Olimpico, non ha parlato e si è trincerato dietro un comunicatino anonimo e insignificante.

Ma soprattutto ‘Giuseppi’ e Di Maio non si sono azzardati a dire una mezza parola se non di condanna quantomeno di presa di distanza sull’azione criminale di Trump che si può definire solo come terrorismo o atto di guerra, al di fuori di qualsiasi legge internazionale ma solo come atto di forza di una nazione che conosce solo il valore della prepotenza.
Del resto al di là degli elogi di cui Conte è stato beneficiario da parte del miliardario xenofobo, tutti ricordiamo il misero provincialismo di Giggino Di Maio che commentò le dichiarazioni di Trump dicendo che erano il segno che si stava andando dalla parte giusta.
Roba da camerieri.

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Qualcosa di cui si è accorto anche l’europarlamentare Giuliano Pisapia: “Nuovi venti di guerra si alzano sul martoriato medio-oriente. L’omicidio da parte dell’amministrazione Trump del generale iraniano Qasem Soleimani, da oltre 20 anni una delle figure di spicco delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, a cui si è aggiunto nella notte quello di Shibl al Zaidi, a capo delle milizie filo-iraniane in Iraq, il via libera del Parlamento turco alle mire guerrafondaie di Recep Erdogan a sostegno militare del presidente al Serraj in Libia contro quella del generale Haftar, sostenuto dall’Egitto, rischiano di far detonare ulteriormente i conflitti in corso nell’area”.
“Una nuova emergenza umanitaria, che saremo chiamati a sostenere, si profila come altamente probabile. Si rende sempre più necessaria una risposta simmetrica, dura e immediata da parte delle istituzioni europee mentre il nostro Ministro degli esteri, in vacanza, assiste silente all’escalation militare alle nostre porte”. 

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