Trump sceglie il terrorismo e fa uccidere in Iraq il generale iraniano Soleimani
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Trump sceglie il terrorismo e fa uccidere in Iraq il generale iraniano Soleimani

Un attacco ordinato dalla Casa Bianca ha polverizzato due auto uccidendo 8 persone tra cui il generale iraniano Qassem Soleimani, figura chiave della strategia di Teheran in Medio Oriente.

Attacco aereo per uccidere il generale iraniano Qassem Soleiman
Attacco aereo per uccidere il generale iraniano Qassem Soleiman
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3 Gennaio 2020 - 09.14


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Un atto di terrorismo politico. Se vogliamo chiamare le cose con il loto nome.

Sale la tensione tra gli Usa e l’Iran dopo l’attacco ordinato da Donald Trump vicino all’aeroporto di Baghdad, in Iraq, che ha polverizzato due auto uccidendo 8 persone tra cui il generale iraniano Qassem Soleimani, figura chiave della strategia di Teheran in Medio Oriente. “E’ un atto di terrorismo”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif. Ali Khamenei chiama alla vendetta. Il Pentagono ha replicato: “Proteggeremo i nostri interessi”.

“Folle escalation”Per Zarif “l’assassinio di Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaeda, è pericoloso, una folle escalation”. Soleimani era al comando delle brigate al Quds, il braccio armato del movimento per la Jihad Islamica in Palestina. Ha animato la seconda fase dell’insurrezione anti-americana in Iraq, ha armato gli Hezbollah libanesi contro Israele, ha pilotato la repressione del regime di Damasco contro la rivolta. Infine ha indirettamente collaborato con i suoi storici nemici americani per riuscire a sconfiggere l’Isis.

 L’Iran aveva sventato negli ultimi mesi un attentato proprio contro di lui. Mentre in passato, per evitare conseguenze inimmaginabili, Washington e Tel Aviv avevano deciso di non sferrare attacchi contro Soleimani. E’ possibile anche che gli Stati Uniti abbiano avuto l’appoggio degli iracheni non contenti della ingombrante presenza iraniana (sciita) nel Paese.

 Il Pentagono: “Proteggeremo i nostri interessi” Adesso invece il Pentagono ha fatto sapere che l’uccisione del generale iraniano, figura molto vicina alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, punta a essere un deterrente per futuri piani offensivi iraniani. “Gli Stati Uniti continueranno ad assumere le azioni necessarie per proteggere la nostra gente e i nostri interessi ovunque nel mondo”, ha dichiarato il dipartimento della Difesa aggiungendo che il generale “voleva attaccare i diplomatici americani”.

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 Ucciso anche il numero due delle Forze di mobilitazione popolare Nell’attacco è stato ucciso anche Abu Mahndi al-Muhandis, il numero due delle Forze di mobilitazione popolare, la coalizione di milizie paramilitari sciite pro-iraniane attive in Iraq, che in questi giorni hanno coordinato le proteste davanti all’ambasciata Usa. Oltre a Soleimani e al-Muhandis sono morti 5 membri delle Forze di mobilitazione popolare e un altro esponente di Teheran.

Khamenei: “Resistenza agli Usa sarà più forte, ora vendetta” La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei ha chiesto tre giorni di lutto in Iran sottolineando che l’uccisione del generale raddoppierà la motivazione della resistenza contro gli Stati Uniti e Israele. “Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”, ha sentenziato Khamenei.

 Polemiche in Usa Polemiche in Usa dopo l’attacco che è stato ordinato senza il parere del Congresso. Donald Trump ha gettato “dinamite in una polveriera” con l’attacco che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Lo ha evidenziato il candidato dem alla Casa Bianca, Joe Biden. Per l’altra candidata Elizabeth Warren “bisogna evitare una costosa guerra”, anche se “Soleimani era un assassino responsabile della morte di migliaia di persone, inclusi centinaia di americani, la mossa è stata avventata”.

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 Pompeo twitta un video: iracheni ballano per la liberazione Gli “iracheni ballano in strada per la libertà: grati che il generale Soleimani non ci sia più”: lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Mike Pompeo, che pubblica un video in cui si vede un corteo di persone correre lungo una strada reggendo tra le mani – sopra la testa – una lunga bandiera irachena.

 Israele in allerta Israele ha riunito lo stato maggiore della Difesa e ha elevato lo stato di allerta. Per Tel Aviv, non è da escludersi una controffensiva. Secondo l’intelligence israeliana il generale iraniano aveva avuto un ruolo di primo piano nel progressivo potenziamento militare degli Hezbollah libanesi e delle ali militari di Hamas e della Jihad islamica a Gaza, nonché nella penetrazione militare iraniana in Siria.

 La Jihad palestinese: “L’America ha spalancato le porte dell’inferno” La Jihad palestinese ha promesso di reagire: “Il gen. Qassem Soleimani è stato ucciso dal nemico americano-sionista mentre si trovava al fronte. Ci stringeremo tutti assieme contro questa aggressione”, è stato affermato in una nota. Un esponente di Hamas, Bassem Naim, ha avvertito che la sua scomparsa rischia di destabilizzare la Regione. Espressioni di cordoglio sono giunte anche dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina. “Soleimani era un leader che amava combattere sul terreno – ha dichiarato in un comunicato. – Si era schierato con la resistenza in Palestina,in Libano, nello Yemen e ovunque”. “Con questa uccisione – ha aggiunto – l’America ha spalancato le porte dell’inferno”.

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 Baghdad condanna duramente l’attacco Usa Il primo ministro iracheno Adel Abdul-Mahdi ha definito “un’aggressione contro l’Iraq” il raid americano che ha portato all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani a Baghdad. In un messaggio ufficiale ha inoltre avvertito che l’attacco determinerà “una pericolosa escalation” che “scatenerà una guerra devastante in Iraq e nella regione”. Il premier ha poi sottolineato come Soleimani sia stato “uno dei principali simboli della vittoria contro i militanti dello Stato islamico”.
 Sale il prezzo del petrolio Balzo del petrolio con l’attacco all’aeroporto di Baghdad e la morte del generale iraniano. Il Wti sale ai massimi degli ultimi quattro mesi e rivede quota 63 dollari. Il Brent avanza del 3,5%

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