Torture della Cia ai sospetti terroristi: alcuni medici si ribellarono

Alcuni documenti dell'intelligence desecretati rivelano una opposizione interna alle violenze

Una simulazione della tortura del waterboarding
Una simulazione della tortura del waterboarding
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19 Gennaio 2017 - 17.23


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Domanda retorica: qualcuno dei protagonisti di questa vicenda sarà mai processato da un tribunale internazionale?
Nel frattempi alcuni documenti rilasciati dalla Cia hanno svelato una inedita opposizione interna da parte del personale medico dell’agenzia di intelligence contro un accordo, dopo l’11 settembre, che incaricava due psicologi militari esterni di sottoporre alcuni detenuti a misure brutali, compreso il waterboarding, considerate come torture.
Psicologi di cui venivano messi in discussione titoli ed etica. I documenti sono stati resi pubblici nell’ambito del ricorso promosso dalla American Civil Liberties Union contro i due contractor, James Mitchell e Bruce Jessen.
In una delle mail interne, datata giugno 2003, un dirigente della Cia scrive che «se qualche esito imprevisto dovrà essere spiegato in seguito, il solo loro utilizzo in questo ruolo sarà indifendibile». «Jim e Bob hanno dimostrato una evidente mancanza di rispetto per l’etica condivisa da quasi tutti i loro colleghi», sottolinea un secondo memo della Cia.

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