Per il futuro capo dell'Fbi il waterboarding è tortura

L'annegamento simulato durante gli interrogatori non piace a James Comey. Il metodo è considerato ormai una forma di tortura.

Per il futuro capo dell'Fbi il waterboarding è tortura
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10 Luglio 2013 - 16.41


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James Comey, il nuovo numero uno dell’Fbi, ritiene che il waterboarding, l’annegamento simulato durante gli interrogatori, sia una forma di “tortura”. Nel corso di un’audizione al Senato per la conferma della sua nomina, Comey ha affermato che quando era vice ministro della giustizia durante la presidenza di George W. Bush apprese che di questa particolare tecnica e “la mia reazione come cittadino e come leader – ha affermato – è stata considerarla una tortura” e “questo è ancora quello che penso ancora oggi”.

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Comey ha anche affermato che se la sua nomina verrà confermata, intende continuare “rafforzare le capacità” di intelligence dell’Fbi, pur mantenendo alte le sue capacità di indagine e di lotta al crimine. Perchè, ha detto, “l’Fbi deve essere sia una agenzia di intelligence, sia una agenzia di lotta al crimine”.

Prevedibilmente, la nomina di Comey, 52 anni, repubblicano, dovrebbe essere confermata dal Senato entro settembre, quando scadrà il mandato dell’attuale direttore dell’Fbi, Robert Mueller, rimasto in carica per 12 anni.

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