Clima, quando Mario Giordano diceva sulla tv di Berlusconi: "Non siamo 'gretini'"

Mentre i cambiamenti climatici erano già una emergenza nel 2018 su Rete4 il conduttore ironizzava su Greta e parlava della lobby ambientalista. Ora che dice dopo Marmolada e Marche?

Clima, quando Mario Giordano diceva sulla tv di Berlusconi: "Non siamo 'gretini'"
Mario Giordano
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17 Settembre 2022 - 17.18


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Vi ricordate Mario Giordano, il cantore del ‘retequattrismo’ quello che piace tanto ai negazionismi dei cambiamenti climatici  e del covid? Era il 2019 e mentre la protesta contro i cambiamenti climatici stava montando mentre le destre al potere e il partito trasversale del mattone, del cemento e della depredazione del territorio negavano aveva montato un siparietto contro Greta Thumberg, una dei simboli della protesta.

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La tesi? Greta era il volto di una operazione di marketing creata ad arte per fare mobbing e costruire un sistema affaristico nel nome dell’ambiente, come se il sistema affaristico di potere dei potentati del petrolio e delle energie fossili o dei predoni e avvelenatori dell’ambiente non avesse strettamente le mani su gran parte del pianeta.

E che disse in un siparietto stucchevole? Ironie su Greta alla quale volevano bene. Ma “non siamo gretini”.

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Ora a questo non ‘gretino’ dopo la Marmolada e le Marche abbevero ricordati solo alcuni dati.

«Da gennaio a settembre 2022 l’Italia è stata colpita, senza considerare il prossimo autunno che aggraverà ulteriormente il bilancio, già da 62 alluvioni (inclusi allagamenti da piogge intense) contro le 88 del 2021». E’ quanto emerge dai dati aggiornati della mappa del rischio climatico realizzata da Legambiente. «L’alluvione che ha colpito le Marche -si legge in una nota- è l’ennesimo campanello d’allarme che il Pianeta ci sta inviando. Con la crisi climatica non si scherza, servono interventi non più rimandabili».

«Preoccupante anche il dato complessivo degli ultimi anni», secondo Legambiente. Dal 2010 ad oggi (settembre 2022) nella Penisola si sono registrate 510 alluvioni (e allagamenti da piogge intense che hanno provocato danni), di cui nel centro Italia 57 nel Lazio, 36 in Toscana, 26 nelle Marche e 6 in Umbria. «L’Italia è rimasto l’unico grande Paese europeo senza un Piano di adattamento al clima, per cui continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione che vada a tutelare le aree urbanizzate e gli ambienti naturali delle aree di pianura e montane», sottolinea l’associazione.

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«Non c’è più tempo da perdere” dichiara presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani

«Serve aggiornare e approvare entro fine anno il piano nazionale di adattamento alla crisi climatica, in stand by dal 2018, praticare serie politiche territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico, con una legge nazionale contro il consumo di suolo e interventi di delocalizzazione, e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone”.

Che dice adesso Mario Giordano?

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