I dati sull'inquinamento di Legambiente: 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge nel 2020

Torino è maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia (88) e Padova (84).

Smog a Torino
Smog a Torino
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29 Gennaio 2021 - 11.19


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Purtroppo neppure il lockdown è servito. Nel 2020 sono 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili. Torino è maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia (88) e Padova (84). Tra le città del centro sud il primato spetta ad Avellino (78) e Frosinone (77). È quanto emerge in sintesi dal report annuale Mal’aria di città 2021 di Legambiente.

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Preoccupa anche il confronto con i parametri dell’Oms: 60 le città italiane che registrano una media annuale di Pm10 superiore a quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. A guidare la classifica è sempre Torino, seguita da Milano, Padova, Rovigo, Venezia, Treviso, Cremona, Lodi, Vicenza, Modena e Verona. Oltre alle città del nord però, a superare il limite suggerito dall’OMS sono anche città come Avellino Frosinone, Terni, Napoli, Roma, Genova, Ancona, Bari, Catania solo per citarne alcune.

Per Legambiente i dati di Mal’aria ci ricordano che il 2020, oltre ad essere stato segnato dalla pandemia ancora in corso, è stato anche contrassegnato dall’emergenza smog e dalla mancanza di misure specifiche per uscire dalla morsa dell’inquinamento.

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Lo dimostra – si legge nel Rapporto – la mancanza di ambizione dei Piani nazionali e regionali e degli Accordi di programma che negli ultimi anni si sono succeduti ma che, nella realtà dei fatti, sono stati puntualmente elusi e aggirati localmente pur di non dover prendere decisioni impopolari.

E lo dimostrano anche le due procedure di infrazione comminate all’Italia per il mancato rispetto dei limiti normativi previsti della Direttiva europea per il Pm10 e gli ossidi di azoto, a cui si è aggiunta lo scorso novembre una nuova lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea in riferimento alle eccessive concentrazioni di particolato fine (Pm2,5) a cui ora l’Italia dovrà rispondere, essendo state giudicate “non sufficienti” le misure adottate dal nostro Paese per ridurre nel più breve tempo possibile tali criticità.

“L’inquinamento atmosferico – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è un problema complesso che dipende da molteplici fattori come il traffico, il riscaldamento domestico, l’agricoltura e l’industria in primis. La pandemia in corso non ci deve far abbassare la guardia sul tema dell’inquinamento atmosferico – prosegue Zampetti – ma deve stimolarci a non sprecare le risorse economiche in arrivo dall’Europa”.

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“In particolare chiediamo che vengano destinate cifre adeguate per la mobilità urbana sostenibile, sicura e con una vision zero anche per riqualificare le strade urbane e le città. È urgente – conclude Zampetti – procedere con misure preventive e azioni efficaci, strutturate e durature città pulite e più vivibili dopo la pandemia. Una sfida europea, quella delle Clean Cities, a cui stiamo lavorando in rete con tante altre associazioni”. 

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