Caro benzina, con l'embargo al petrolio russo i prezzi tornano a salire? Ecco lo studio

Caro carburante, l'embargo al petrolio russo, secondo Assoutenti, rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione

Caro benzina, con l'embargo al petrolio russo i prezzi tornano a salire? Ecco lo studio
Pompa di benzina
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6 Febbraio 2023 - 15.23


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Il prezzo del carburante potrebbe tornare a salire, dopo l’embargo sul petrolio russo scattato sulle importazioni via mare.  L’embargo, secondo Assoutenti, rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione. 

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Secondo l’associazione, il calo di “un milione di barili al giorno provenienti dalla Russia” spingerà i Paesi a rifornirsi di benzina e gasolio “presso altri Stati come Cina e Stati Uniti, con conseguenti maggiori costi di trasporto, senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa agli accaparramenti”. In questo modo, i prezzi dei carburanti “potrebbero toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte”. E quindi, secondo l’associazione, il rischio di rincari di benzina e gasolio potrebbe essere dietro l’angolo. 

Secondo uno studio diffuso da Assoutenti, che ha messo a confronto i dati del 2012 con quelli del 2022, il business dei carburanti ha fruttato in Italia lo scorso anno 9,4 miliardi di euro solo a titolo di “extra-profitti”. La quotazione media del secondo semestre del 2012 era pari a 109,85 dollari al barile, scesa a 94,65 dollari di media del 2022 (secondo semestre); nello stesso periodo il cambio euro/dollaro è passato da una media di 1,32 a una media di 1,04, con la conseguenza che in euro un barile di petrolio è aumentato in 10 anni del 9,4%.

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Nello stesso arco temporale i prezzi medi dei carburanti alla pompa (senza tasse e imposte) salgono del 23,4% per la benzina (da 0,757 a 0,934 euro/litro) e del 38% per il gasolio (da 0,800 a 1,104 euro/litro). Se si considera anche l’inflazione registrata tra il 2012 e il 2022 in Italia, l’extra-profitto derivante dalla differenza tra i prezzi del petrolio e quelli dei carburanti raggiunge 0,190 euro/litro per la benzina, 0,264 euro/litro per il gasolio. Questo significa che, sulla base dei consumi di carburante registrati in Italia nel 2022, pari a 10.384 miliardi di litri di benzina e 28.526 miliardi di litri di diesel, lo scorso anno grazie alla crescita dei listini alla pompa si sono registrati extra-profitti per 9,39 miliardi di euro: 1,973 miliardi sulla verde, 7,417 miliardi sul gasolio.

Intanto però, in attesa di capire quale sarà il reale effetto dell’embargo sul petrolio russo e del price cap sui derivati, sulla rete italiana prosegue il calo del costo dei carburanti, in particolare per il diesel. Lo rileva Quotidiano energia, spiegando che con le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi ancora in calo alla chiusura di venerdì, sabato Eni ha tagliato di nuovo il prezzo raccomandato del diesel di 1 centesimo. I ribassi decisi dagli operatori in questi giorni si riversano dunque sui prezzi praticati alla pompa, con la media nazionale del diesel self tornata sotto 1,9 euro al litro.

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