ITA parte con le ali "tarpate": non ha la licenza per atterrare con la nebbia (cioè in Padania)

ITA Airways è una compagnia nuova, e dunque deve ancora ottenere tutte le certificazioni che aveva Alitalia al momento della dismissione

Aerei ITA Airways
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27 Ottobre 2021 - 10.14


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La nuova ITA sta già manifestando qualche problema di carattere tecnico e burocratico a causa del passaggio tra la vecchia Alitalia e la nuova compagnia di bandiera.
Secondo quanto riportano i principali quotidiani italiani, ITA non può atterrare con la nebbia se la visibilità è sotto i 550 metri. Incredibile, ma vero.
Si tratta di un passo falso e di un problema fastidioso per la compagnia aerea, che può costare una miglior mobilità a chi sceglie di viaggiare in aereo per lavoro e per diletto. Considerando inoltre che Milano è hub fondamentale per la nuova compagnia, è doppiamente problematico visto che negli aeroporti della capitale lombarda la nebbia è una compagna immancabile nei mesi autunnali e invernali. Ma come si è arrivati a questo punto?
Il problema è saltato immediatamente allo scoperto quando un volo partito da Roma Fiumicino è stato dirottato da Linate a Genova. Sostanzialmente ITA è considerata una nuova compagnia, e in effetti per certi versi lo è al cento per cento. Di conseguenza, non ha ancora ottenuto la necessaria certificazione per atterrare con la nebbia, o anche con una foschia normalmente trascurabile per l’esperienza media dei piloti.
Nello specifico del volo dirottato, c’è stata anche la beffa: l’aereo ha girato attorno allo scalo nella speranza di una schiarita, ma non c’è mai stata la ‘finestra’ per poter atterrare.
Il regolamento dell’Icao (l’ente mondiale dell’aviazione civile) elenca Ita come compagnia aerea nuova, e dunque non può atterrare se la visibilità non è ottimale (550 metri) o decollare (400 metri), finché non ottiene la certificazione da parte dell’ente nazionale del trasporto aereo, l’Enac.
Si è dunque scoperto che le formalità burocratiche non sono state completate in tempo per l’avvio dei voli della compagnia, ed è un peccato visto che l’azienda ha una montagna da scalare in questi primi mesi, considerando anche la presenza contemporanea di una pandemia che ha ridotto il volume di affari nel settore aereo.

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