A Firenze sciopero e manifestazione contro i 422 licenziamenti della Gkn
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A Firenze sciopero e manifestazione contro i 422 licenziamenti della Gkn

L'iniziativa è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil "per la dignità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale, per un sistema economico basato sui diritti, la legalità e il rispetto del lavoro".

Manifestazione dei 422 dipendenti della Gkn, di Campi Bisenzio, licenziati con una mail
Manifestazione dei 422 dipendenti della Gkn, di Campi Bisenzio, licenziati con una mail
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18 Luglio 2021 - 19.02


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Bene, basta con il giocare con la vita degli altri nel nome dei capricci.

 Con lo slogan “Firenze difende il lavoro”, domani (lunedì 19 luglio) si terrà lo sciopero generale territoriale dell’area metropolitana, con manifestazione in piazza Santa Croce (ore 9-13). Lo sciopero è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil a sostegno della vertenza della Gkn di Campi Bisenzio per il ritiro di tutti i 422 licenziamenti, “per la dignità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale, per un sistema economico basato sui diritti, la legalità e il rispetto del lavoro”.

 Lo sciopero è previsto per le prime 4 ore di lavoro della giornata.

Il programma della manifestazione in piazza Santa Croce prevede sei interventi di lavoratori e lavoratrici dal palco, insieme ai tre interventi della segretaria generale di Cgil Firenze Paola Galgani (che sarà l’ultima a parlare), del segretario generale di Cisl Firenze-Prato Fabio Franchi e del coordinatore Uil area fiorentina Leonardo Mugnaini. Numerose le adesioni delle istituzioni locali, che saranno presenti in piazza con i sindaci e i gonfaloni.

Cgil, Cisl e Uil spiegano in un comunicato: “Ormai da anni combattiamo per un sistema economico che non abbia nel massimo profitto e nella libertà di impresa i suoi presupposti. Le grandi vertenze industriali, ultima in ordine di tempo quella della Gkn, mostrano invece sempre più la volontà delle grandi multinazionali di agire in nome del profitto senza considerare il destino di migliaia di lavoratori e lavoratrici.

È il nostro tessuto manifatturiero ad essere a rischio, con la sua capacità di produrre lavoro stabile e tutelato. Il rischio è una progressiva desertificazione delle nostre aree industriali con il conseguente aumento del lavoro povero, senza diritti e delle presenze criminali”.

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“Le difficoltà del lavoro attraversano non solo la manifattura, ma interi settori economici del nostro territorio. Dalla grande distribuzione al settore pubblico, dalla cura alla persona al settore agricolo, dal mondo dello spettacolo alla logistica e all’edilizia, il lavoro viene svalorizzato, ridotto a necessità produttiva e non a dignità delle persone. È fortemente presente il rischio che la riorganizzazione capitalistica e produttiva post pandemica crei chiusure, aumento della frammentazione del lavoro, diffusione del precariato e della disoccupazione – si legge nel comunicato diffuso dalle organizzazioni sindacali – Un rischio che come sindacati non vogliamo correre. Il tempo della mobilitazione è adesso. Chiediamo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici di partecipare allo sciopero e alla manifestazione. Chiediamo alle Rsu di farsi protagoniste di un’alternativa basata sulla dignità del lavoro, secondo quanto indicato a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil”.

“Siamo impegnati per ricomporre le filiere, eliminare l’illegalità, fare in modo che il sistema delle imprese offra lavoro stabile e che il sistema pubblico provveda a dare un indirizzo in economia attraverso un suo impegno diretto e più adeguate forme di controllo.

Il Pnrr deve servire per diffondere tutele e diritti, e Cgil-Cisl-Uil continueranno nel loro impegno a livello, aziendale, territoriale e nazionale – proseguono i tre sindacati – In questo, i lavoratori e lavoratrici non sono soli. La qualità del lavoro è alla base di una società più equa e giusta. Per questo siamo sicuri che avremo al nostro fianco i cittadini e le cittadine, le forze politiche e sociali impegnate ogni giorno per rendere il nostro un paese migliore, le amministrazioni locali e la parte sana dell’economia del nostro territorio”.

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“La decisione di chiudere la Gkn è l’espressione più chiara di una arroganza inaccettabile, che deve essere bloccata prima che si possa diffondere e diventare un ‘modello’ di politica industriale. Per tutti è il momento di scegliere da che parte stare non solo con le parole, ma con fatti concreti. Serve una risposta ferma e decisa, serve che i lavoratori e le lavoratrici, organizzati in sindacato, siano i protagonisti del cambiamento”, concludono Cgil, Cisl e Uil Firenze.

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“Le difficoltà del lavoro attraversano non solo la manifattura, ma interi settori economici del nostro territorio. Dalla grande distribuzione al settore pubblico, dalla cura alla persona al settore agricolo, dal mondo dello spettacolo alla logistica e all’edilizia, il lavoro viene svalorizzato, ridotto a necessità produttiva e non a dignità delle persone. È fortemente presente il rischio che la riorganizzazione capitalistica e produttiva post pandemica crei chiusure, aumento della frammentazione del lavoro, diffusione del precariato e della disoccupazione – si legge nel comunicato diffuso dalle organizzazioni sindacali – Un rischio che come sindacati non vogliamo correre. Il tempo della mobilitazione è adesso. Chiediamo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici di partecipare allo sciopero e alla manifestazione. Chiediamo alle Rsu di farsi protagoniste di un’alternativa basata sulla dignità del lavoro, secondo quanto indicato a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil”.

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“Siamo impegnati per ricomporre le filiere, eliminare l’illegalità, fare in modo che il sistema delle imprese offra lavoro stabile e che il sistema pubblico provveda a dare un indirizzo in economia attraverso un suo impegno diretto e più adeguate forme di controllo.

Il Pnrr deve servire per diffondere tutele e diritti, e Cgil-Cisl-Uil continueranno nel loro impegno a livello, aziendale, territoriale e nazionale – proseguono i tre sindacati – In questo, i lavoratori e lavoratrici non sono soli. La qualità del lavoro è alla base di una società più equa e giusta. Per questo siamo sicuri che avremo al nostro fianco i cittadini e le cittadine, le forze politiche e sociali impegnate ogni giorno per rendere il nostro un paese migliore, le amministrazioni locali e la parte sana dell’economia del nostro territorio”.

“La decisione di chiudere la Gkn è l’espressione più chiara di una arroganza inaccettabile, che deve essere bloccata prima che si possa diffondere e diventare un ‘modello’ di politica industriale. Per tutti è il momento di scegliere da che parte stare non solo con le parole, ma con fatti concreti. Serve una risposta ferma e decisa, serve che i lavoratori e le lavoratrici, organizzati in sindacato, siano i protagonisti del cambiamento”, concludono Cgil, Cisl e Uil Firenze.

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