Italo: "Con queste regole anti-Covid ci fermeremo entro due mesi"
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Italo: "Con queste regole anti-Covid ci fermeremo entro due mesi"

La Rocca: "Le norme valgono solo per l'Alta velocità, così non ci sarà più un concorrente privato"

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17 Settembre 2020 - 07.12


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“Se permangono certe condizioni nel giro di due mesi ci fermeremo con gravi ripercussioni sull’occupazione: ci sono 1.500 famiglie a rischio che arrivano a 5 mila considerando l’indotto”. E’ preoccupato Gianbattista La Rocca, amministratore delegato di Italo-Ntv, che in un’intervista a “la Repubblica” dice di sperare ancora in un ripensamento da parte del Cts, il Comitato tecnico scientifico, sulla questione del tetto alla capienza per i convogli dell’Alta velocità imposta dalla norma anti-Covid che limita al 50% dei posti solo Italo e i Frecciarossa, mentre a tutto il trasporto pubblico locale è consentito arrivare all′80%, e che La Roccca stesso definisce “norma Arlecchino”.

Secondo l’ad di Italo, “c’è disparità tra i mezzi di trasporto e c’è anche tra imprese concorrenti. Trenitalia, da azienda di Stato, opera anche gli intercity e i regionali. Sono tratte sussidiate mentre noi andiamo avanti con le nostre forze, senza alcun aiuto pubblico. I nostri ricavi dipendono solo dai biglietti venduti. Abbiamo due conti economici completamente differenti”. “Lavoriamo in condizioni insostenibili per un’azienda: oggi non copriamo nemmeno i costi operativi”, dice La Rocca mentre fa un po’ di conti: “In 9 anni abbiamo acquistato 51 treni, che vanno pagati. La situazione è ingestibile e non vorrei che ciò apparisse come una minaccia: è solo la costatazione che con questo livello di ricavi l’azienda non ce la fa a stare in piedi. Se permangono certe condizioni – ripete La Rocca – dal 1 ottobre ridurremo i servizi da 87 a 60 giornalieri. Quindi nel giro di due mesi ci fermeremo con gravi ripercussioni sull’occupazione”.

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In una intervista a “Il Fatto Quotidiano”, l’amministratore delegato di Ntv che gestisce i treni Italo lamentata anche che “se va vanti così l’Alta velocità non avrà più un concorrente privato”. La Rocca chiede al governo di equiparare l’Av al resto dei trasporti nelle linee guida anti-Covid e permettere una capienza fino all′80% mentre oggi si è fermi al 50. “Se non cambiano idea, entro due mesi saremo costretti a fermare i treni. Abbiamo 200 milioni di perdita, e chiuderemo l’anno in rosso di 400 milioni. Impossibile da sostenere” dice l’ad di Italo, che chiosa: “Non siamo contro la sicurezza, ci mancherebbe, ma le regole o sono uguali per tutti o non lo sono”. Per poi aggiungere: “C’è una grande disparità tra concorrenti. Noi viviamo solo dei biglietti, Trenitalia è anche sui servizi regionali, che sono sussidiati, così come gli Intercity. Da una parte un privato e dall’altra un’impresa sussidiata tramite altri business. Non c’è partita”.

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