Bonomi: "Rischiamo una crisi irreversibile se non si lavora tutti insieme per un progetto valido"
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Bonomi: "Rischiamo una crisi irreversibile se non si lavora tutti insieme per un progetto valido"

Il presidente Confindustria alla Stampa: “Stiamo vivendo giorni decisivi, o tra governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un Grande Patto per l’Italia"

Carlo Bonomi
Carlo Bonomi
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24 Agosto 2020 - 07.26


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“Mi aspettavo un agosto completamente diverso. Primo, il governo ha varato le misure anti-crisi ma mancano oltre 400 decreti attuativi: tutto fermo. Secondo, ci avevano detto che ad agosto avrebbero lavorato alla stesura del piano di riforme da presentare alla Ue per ottenere i contributi del Recovery Fund: tutto fermo. Terzo, si profila di nuovo un’emergenza sanitaria e anche su quel fronte ci avevano detto che avrebbero presentato progetti per attivare i prestiti del Mes: tutto fermo. Quarto: il 14 settembre dovrebbero ricominciare le scuole, ma ancora non si è capito se e come riapriranno: tutto fermo. Da settimane siamo inchiodati a discutere sui banchi a rotelle, non riusciamo neanche a sapere quali sono le 11 imprese che li starebbero fabbricando, siamo al paradosso che c’è una sorta di segreto di stato su una gara pubblica. Vuole che continui?”.

 Il capo di Confindustria fa un fluviale sfogo-indignazione intervistato dal direttore dell Stampa, Massimo Giannini. Da cittadino e da imprenditore

E lancia l’allarme per l’autunno:

“Un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero purtroppo molto credibile. E ora vedo che anche Banca d’Italia e Istat si stanno avvicinando alla nostra previsione. Il governo non ha una visione sul “dopo”, la riorganizzazione delle filiere del valore non c’è stata, il mercato è pietrificato. Il rischio di un’emorragia è serio”.

E attacca Tridico su Cig e imprese fantasma:

“Tridico ha parlato di 234 mila imprese che hanno preso la Cig senza averne diritto. Bene, anzi male. A quel punto abbiamo chiesto: quante sono le imprese che avete denunciato? Silenzio. Quante sono, almeno per categoria? Silenzio. Quali sono le imprese che hanno riaperto per prendere la Cig o che l’hanno presa pur avendo lavoratori in nero? Silenzio. Ho il diritto di sapere, perché se ho queste informazioni io, quelle imprese saranno messe fuori da Confindustria con effetto immediato. Ma finora il signor Tridico non me le ha fornite. E allora, queste imprese hanno veramente violato la legge o il criterio del fatturato non era un parametro previsto per richiedere la Cig? Se permette, mi viene qualche dubbio”.

 

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Bonomi è profondamente deluso dall’attività del governo: “L’Italia sta attraversando uno dei momenti più difficili dal dopoguerra. Noi chiediamo alla politica, a tutta la politica, di mettersi in fase con la drammaticità del momento, di ricollegarsi ai bisogni del Paese. Chiediamo di smetterla con il cinema degli ultimi mesi. Avremmo dovuto usare l’estate per fare i compiti a casa, cogliendo la grande occasione del Recovery Fund, e non l’abbiamo fatto. Il piano Colao è un lontano ricordo, gli Stati generali pure. Quindi ora che facciamo? Rimettiamo su un’altra task force? Ripartiamo con un altro giro di audizioni?”.

E poi aggiunge: 

“Quando sento il sindacato minacciare lo sciopero generale, mi chiedo sinceramente se ci sia piena consapevolezza del momento che il Paese sta vivendo”.

Bonomi, per uscire dallo stallo, non sta con le mani in mano e propone un Patto per l’Italia:

″“Stiamo vivendo giorni decisivi, o tra governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un Grande Patto per l’Italia, oppure entriamo in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più. Per noi il Patto deve ruotare su tre punti essenziali. Primo punto: un piano di riforme strutturali, sfruttando i fondi Ue. Secondo punto: un piano di politica industriale di mercato, rinunciando a ogni disegno statalista che alla fine serve solo a ridistribuire potere e poltrone. Terzo punto: operazione fiducia sulle imprese. Siamo stufi di esecutivi che dicono ‘abbiamo fatto un decreto, ora le aziende non hanno più alibi’. Noi non vogliamo alibi, vogliamo rispetto e vogliamo governi che non coltivino ideologie ostili all’impresa”.

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E alla domanda se ripeterebbe, “questa politica è peggio del Covid, Bonomi si conferma: “Lo ripeterei, perché il senso delle mie parole, che sono state poi strumentalizzate, era strettamente circoscritto ai temi economici; era chiarissimo già allora: la politica produce misure i cui effetti economici sono peggiori di quelli generati dalla crisi economica dovuta alla pandemia. Questo era vero allora e resta vero anche oggi. Piuttosto, agli esponenti politici che in quella occasione mi hanno attaccato con parole durissime, vorrei dire un’ultima cosa”.

 

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