Perché è necessario fare chiarezza sul fondo Parvus: la commissione banche apra un fascicolo
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Perché è necessario fare chiarezza sul fondo Parvus: la commissione banche apra un fascicolo

Il Fondo Parvus fa capo al manager italo-francese Edoardo Mercadante, ha sede a Londra ed è controllato da una società con sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman. 


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30 Giugno 2020 - 16.03


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di Camillo D’Alessandro *

Come riportato da diverse testate giornalistiche mentre l’Offerta Pubblica di Scambio proposta dal Gruppo Intesa Sanpaolo è al vaglio dell’Autorità Antitrust, che dovrebbe pronunciarsi entro la fine di luglio in ordine all’autorizzazione dell’operazione, lo scontro per il perfezionamento dell’acquisizione di UBI Banca è aperto su diversi fronti, anche oltreoceano.



Il primo azionista di Ubi è infatti il Fondo estero Parvus Asset Management Europe Limited, che detiene una quota pari a circa 8% circa del capitale sociale della Banca.

Il Fondo Parvus, come riportato da più fonti, che fa capo al manager italo-francese Edoardo Mercadante, ha sede a Londra ed è controllato da una società con sede nelle isole Cayman. 



I quotisti del Fondo Parvus, ossia i veri titolari di circa 8% delle azioni di UBI, non sono attualmente noti al mercato, ma un’indagine avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano potrebbe fare definitivamente luce su quello che fino ad oggi è rimasto un tema oggetto soltanto di inchieste giornalistiche.


Il riferimento è alla vicenda di Ubi International, società lussemburghese controllata da UBI, che la Banca ha ceduto all’esito della pubblicazione dei Panama Papers.


Alcune recenti indiscrezioni giornalistiche hanno prospettato la possibilità che un filo rosso colleghi la dismessa UBI International e il Fondo Parvus che, negli ultimi tempi, è salito nell’azionario di UBI Banca fino ad impiegare il 46,6 % dei propri mezzi nel capitale di UBI, una percentuale obiettivamente molto rilevante per un Fondo che dovrebbe essere portato a diversificare i propri investimenti.



Le questioni hanno assunto una particolare rilevanza nell’ultimo periodo, in piena OPS: chi c’è dietro? Chi sono i soci? Come influenzano le decisioni di Ubi?



Secondo alcuni cronisti finanziari, infatti, laddove fosse dimostrato che Parvus gestisce in realtà le azioni di soci del patto (cd. CAR), che attualmente esercita il controllo su Ubi con oltre il 20% delle azioni e che fa capo ad alcune famiglie bresciane e bergamasche storicamente nel capitale di UBI, potrebbe scattare l’OPA obbligatoria da concerto occulto, in quanto la somma delle azioni del Fondo Parvus e dei soci aderenti al patto CAR supererebbe il 25 % previsto per legge per il lancio dell’OPA.


Il timore di una possibile manipolazione del mercato e di indebiti condizionamenti delle scelte dei soci in relazione all’OPS proposta da Intesa Sanpaolo, sta progressivamente dando avvio ad una serie di iniziative da parte delle Autorità, tenuto conto della necessità di tutelare il risparmio delle famiglie e gli investimenti degli imprenditori che operano con una banca come UBI, fortemente radicata sul territorio. 
Per tali ragioni ho presentato una specifica richiesta di indagine, preposta alla tutela del risparmio e del mercato, alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario, che disponendo di tutti i poteri necessari, accerti quanto sta emergendo nelle cronache finanziarie.

Il Parlamento non può stare a guardare , troppe sono le notizie e le ricostruzioni che impongono il dovere di fare chiarezza e trasparenza. Ciò rappresenta un interesse nazionale.


*deputato di Italia Viva

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