“Il progetto lo stiamo definendo assieme al team per la trasformazione digitale di Diego Piacentini e alla Banca mondiale […] Ogni cittadino che ha diritto al reddito potrà adoperare la propria tessera bancomat, e recarsi in un negozio. Poniamo che debba comprare del pane: gli basterà dare il bancomat al fornaio, che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software, e scalerà la cifra dell’acquisto. Non ci sarà alcuno scambio di denaro: il negoziante riavrà dallo Stato in giornata la cifra spesa dal singolo cittadino, come già avviene ora con i normali acquisti. E le banche di acquirente e venditore non avranno visionato nulla”.
Per i bonifici si potranno utilizzare sistemi di pagamento tramite app (come lo smart payment). “In questo modo – sottolinea la viceministro – potremo far si’ che il reddito venga tutto destinato al consumo, e controllare il modo in cui viene speso. E così potremo anche garantire il pagamento dell’Iva”. Non solo:
“Prevediamo di escludere alcuni circuiti da questo processo. Per capirci, nessuno potrà usare il bancomat per scommettere”.
E la tempistica?
“Le tecnologie per i pagamenti sono già tutte disponibili. Mentre ci vorranno alcune settimane per incrociare le banche dati di Inps, centri per l’impiego, Comuni e centri di formazione […] Questo è un metodo diverso (dalla social card, ndr). Nessuno avrà paura di sentirsi ghettizzato usando una carta riconoscibile, perché potrà adoperare il suo consueto tesserino bancomat”.