Il 2014 non sarà certo l’anno di una ripresa sostanziale”. È la visione, tutt’altro che ottimistica, del presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, che è intervenuto alla Giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace”, segnalando che le imprese del commercio “sono stremate”.
A pesare sono soprattutto l’abusivismo e la contraffazione, che si aggiungono a uno stato di crisi strutturale del Sistema Italia. “Siamo in una situazione di allarme rosso e chiediamo, dunque, tolleranza zero contro ogni forma di illegalità” denuncia Sangalli secondo cui “l’illegalità si annida nelle professioni, nei servizi e nei trasporti per non parlare del contrabbando”.
Il presidente della Confcommercio chiede quindi “una maggiore attenzione anche nelle scelte del legislatore”, evidenziando come esistano “accanto a forme di illegalità più note alcune specie di concorrenze sleali più subdole ma non meno gravi che vanno contrastate con il massimo rigore”.
Le cifre elaborate da Confcommercio sono da brivido. L’abusivismo e la contraffazione costano oltre 17 miliardi di euro l’anno agli operatori regolari e provocano la perdita di oltre 180 mila posti di lavoro. Ma anche per lo Stato la bolletta è pesante, con circa 1,5 miliardi di euro persi tra imposte e contributi. Lo studio di Confcommercio mette in risalto che nel solo settore del commercio l’abusivismo sottrae un fatturato di 8,8 miliardi di euro l’anno pari al 4,9% del fatturato regolare.
“A causa dell’illegalità rischiano di sparire 43 mila negozi regolari all’anno e 79 mila lavoratori regolari”. Nel settore bar e ristorazione l’abusivismo rappresenta un fatturato di 5,2 miliardi di euro nell’anno in corso, poco più del 10% del volume d’affari del settore regolare. “In discussione è la sopravvivenza di oltre 27 mila imprese e il posto di lavoro di circa 106 mila occupati regolari”. La contraffazione di prodotti vale circa 6,5 miliardi di euro e il 76% è concentrato nelle voci di spesa per abbigliamento e accessori, prodotti audiovisivi, prodotti alimentari e bevande.