Oscar, Garrone critica la Rai: "Potevamo vincere, ci sono stati troppi errori"

Così al Bif&st Matteo Garrone si toglie qualche sassolino dalle scarpe alla sua master-class al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione di Io capitano che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionali

Oscar, Garrone critica la Rai: "Potevamo vincere, ci sono stati troppi errori"
David Grieco e Magtteo Garrone
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17 Marzo 2024 - 16.28


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Polemico con la Rai e forse non solo con la Rai. «Era possibile vincere. Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille».

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Così al Bif&st Matteo Garrone – intervistato da David Grieco – si toglie qualche sassolino dalle scarpe alla sua master-class al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione di Io capitano che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionali dove ha poi vinto La zona d’interesse del regista inglese Jonathan Glazer.

E ancora il regista sempre sul tema Oscar: «Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento. Insomma con l’iscrizione in tutte le categorie avremmo avuto più chance».

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Matteo Garrone, che stasera riceverà al Petruzzelli il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence, aggiunge poi: «Io capitano’ è comunque un film davvero strano. È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no. Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l’ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: «perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa».

E il regista de L’imbalsamatore ricorda divertito anche quanto successo a Bruxelles: «Abbiamo fatto una proiezione nella sede del Parlamento europeo dove il film ha ricevuto una lunga standing ovation. E poi, solo due settimane dopo, hanno fatto n quello stesso Parlamento una legge sui migranti anche peggiore». Garrone sottolinea poi come questo film sia una vera e propria `Odissea contemporanea´: «La realtà è molto più dura e così ho lavorato per sottrazione. Oggi poi, va considerato, che c’è il problema dei social. Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così». Per fortuna c’è stata «una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose».

Il regista poi annuncia che: «ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio».

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Infine, così Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema e coproduttore e distributore italiano di Io Capitano, replica alle dichiarazioni di Matteo Garrone sugli eventuali errori fatti nella promozione del film agli Oscar: «La mancanza iniziale di un distributore americano adeguato e importante ha fatto sì che il film non fosse iscritto in tutte le categorie» . 

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