L'opera della street artist Laika contro il "genocidio" di Israele: "C'è bisogno di pace, a tutti i costi"

La street artist Laika e la sua nuova opera: «In meno di 5 mesi l'esercito israeliano ha ucciso 30.000 palestinesi, 11.500 di questi erano bambini: questo non è `diritto di autodifesa´, questo è un genocidio».

L'opera della street artist Laika contro il "genocidio" di Israele: "C'è bisogno di pace, a tutti i costi"
L'opera della street artist Laika
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16 Febbraio 2024 - 10.36


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La street Artist Laika ha ‘esposto’ la sua nuova opera, nei pressi di Ponte Palatino a Roma. Si tratta di un enorme banner di 5 metri x 3 calato direttamente dal ponte, che ritrae il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che divora una fetta di anguria insanguinata, simbolo del popolo palestinese. Il frutto, con i colori della bandiera palestinese, viene usato fin dagli anni ’80 per aggirare i divieti imposti da parte del governo israeliano di esporre la bandiera vera e propria.

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«In meno di 5 mesi l’esercito israeliano ha ucciso 30.000 palestinesi, 11.500 di questi erano bambini: questo non è `diritto di autodifesa´, questo è un genocidio», ha dichiarato Laika, unendosi così ai numerosi appelli della comunità internazionale affinché venga fermato il massacro».  

«In questo momento, infatti, oltre 1,3 milioni di persone sono ammassate a Rafah, nei campi profughi, in condizioni disperate, e un eventuale attacco dell’esercito israeliano porterebbe ad una vera e propria carneficina. Benjamin Netanyahu è responsabile di crimini di guerra, ed è un ostacolo per la pace. Noi come comunità occidentale, che abbiamo spiccato un mandato d’arresto per Putin e rinchiuso Milosevic nel carcere dell’Aja, non possiamo lasciare questa strage impunita».  

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«Tutti hanno condannato il massacro di Hamas del 7 ottobre, adesso non ci si può girare dall’altra parte. Come ha detto il presidente Mattarella: `coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra, sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno stato´. Ora più che mai c’è bisogno di PACE. A tutti i costi».  

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