Don Puglisi, 30 anni fa l'uccisione del parroco antimafia: il testo della lettera inviata al boss Graviano

Don Puglisi fu ucciso dalla mafia 30 anni fa. Riproponiamo una lettera indirizzata a Giuseppe Graviano in risposta alle sue affermazioni sul parroco di Brancaccio che lui stesso ordinò di uccidere il 15 settembre 1993.

Don Puglisi, 30 anni fa l'uccisione del parroco antimafia: il testo della lettera inviata al boss Graviano
Don Pino Puglisi
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15 Settembre 2023 - 08.42


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Don Pino Puglisi è stato ucciso il 15 settembre del 1993, trent’anni fa il parroco anti mafia fu giustiziato da quelle stesse persone contro cui lottava, insieme alla sua gente. Nel giorno del triste anniversario, riproponiamo la lettera indirizzata al boss Graviano da parte di Giuseppe Carini – testimone di giustizia e amico di Don Puglisi – e Gregorio Porcaro, vice parroco a Brancaccio e referente regionale di Libera Sicilia. Graviano, che fu il mandante dell’esecuzione, sbeffeggiò in più occasioni la memoria del sacerdote.

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“Egregio signor Graviano, abbiamo letto dei suoi insulti nei confronti di don Pino Puglisi barbaramente ucciso, per la sua fedeltà a Cristo e all’Uomo, da un commando di killer in nome e per suo conto quella tragica sera di 25 anni fa. Don Puglisi non insultava, tanto meno offendeva nessuno”.

“Egregio signor Graviano, abbiamo letto dei suoi insulti nei confronti di don Pino Puglisi barbaramente ucciso, per la sua fedeltà a Cristo e all’Uomo, da un commando di killer in nome e per suo conto quella tragica sera di 25 anni fa. Don Puglisi non insultava, tanto meno offendeva nessuno. Amava la gente di Brancaccio – tengono a ricordare entrambi – e il suo amore era fedelmente ricambiato. Noi non la insulteremo, non pronunceremo alcuna parola offensiva contro di lei, nessuna calunnia. Pregheremo, invece, per lei e la sua famiglia perchè questo è ciò che abbiamo imparato da 3P: annunciare la Parola del Padre Nostro, anche e soprattutto a coloro che ti odiano”.

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Giuseppe Carini e Gregorio Porcaro concludono così la loro lettera aperta a Graviano: “Lei è un bugiardo, che non ha neanche il coraggio di ammettere di avere ordinato questo omicidio. Non speri, signor Graviano, nelle sue relazioni con politici-massoni deviati di sfuggire alla condanna dell’ergastolo inflittale dal tribunale.

Lei, al pari del detenuto Riina, resterà deteuto in carcere, ma tutti coloro che hanno amato e conosciuto padre Puglisi pregheranno affinché lei si converta a Dio e trovi il coraggio di collaborare pienamente con la magistratura. E, se durante le sue notti in cella dovesse sentirsi un uomo solo, sappia che lì accanto a lei troverà don Puglisi, pronto ad ascoltarla. Questo è quanto le dovevamo”.

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