Tutto cambia perché nulla cambi: il 'Gattopardo' pronto a tornare su Netflix

A dirigere i lavori è il regista inglese Tom Shankland, che, intervistato sul set durante le riprese, ha raccontato diversi dettagli della propria opera: dal confronto con il leggendario al suo interesse per la letteratura italiana.

Tutto cambia perché nulla cambi: il 'Gattopardo' pronto a tornare su Netflix
In foto un momento di ripresa della scena del "Ballo di liberazione"
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13 Luglio 2023 - 09.20 Culture


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Certe volte tutto cambia perché nulla cambi. È questa, tra le tante, una verità che emerge dalle pagine del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Un’importante lezione che Tom Shankalad, regista che, per Netflix, sta realizzando una serie tratta da quel capolavoro letterario, ha bene in mente. L’idea, come afferma egli stesso in un’intervista, è quella di “gettare uno sguardo moderno su questa storia del passato. Il Gattopardo oggi è ancora uno dei libri più letti, i temi sono universali. La voce di Tomasi di Lampedusa, d’altronde, è moderna. Se pensiamo a quello che è successo con la Brexit, alla crisi economica, al Covid, poi alla guerra, all’intelligenza artificiale, al clima, è sempre un mondo che va avanti e torna indietro”.

La serie tv, un vero e proprio kolossal prodotto da Indiana Production e Moonage Pictures, sarà composto da sei episodi ed è attualmente in lavorazione. Infatti, proprio in questi giorni, in Sicilia, sono in fase di ripresa le scene del Liberation Ball e dell’arrivo delle carrozze a Palazzo Biscari a Catania.

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Il confronto con il leggendario film di Luchino Visconti, tuttavia, non sembra per nulla spaventare il regista inglese. “Il film è un capolavoro – spiega esprimendosi serenamente sulla questione – e lo è per tutti quelli che fanno cinema e lo amano anche solo da spettatori. Ma questa serie non vuole essere un remake del film di Visconti o un’imitazione, sarebbe ridicolo. Piuttosto approfondisce il libro di Tomasi di Lampedusa. Mi sono basato sul romanzo scritto, lo ricordiamo, 65 anni fa, che ho letto, studiato, amato decine di volte fin da ragazzino”.

Il suo interesse per l’opera, infatti, risale alla sua infanzia. “Mio padre – continua Shankland – insegnava letteratura italiana all’università in Inghilterra e aveva una predilezione per gli autori siciliani, da Sciascia a Tomasi di Lampedusa: per questo il libro faceva parte della biblioteca casalinga e papà invogliava tutti a leggerlo e rileggerlo perché, sosteneva, in ogni capitolo c’era una storia da scoprire. La scena che abbiamo girato oggi, tra il ballo e le carrozze, non fa parte del libro, ma è ispirata a un incontro fra Tancredi e il Principe di Salina. Poi è un bel momento di aggregazione familiare, una festa in cui all’inizio c’è un momento di imbarazzo, poi si scioglie in un meraviglioso ballo”.

Per l’occasione, come spiegato direttamente dal regista, è stato scelto un cast d’eccezione. “Sono molto contento anche della scelta dei protagonisti di questa serie perché sono tutti italiani. Ritengo Kim Rossi Stuart, che interpreta il principe di Salina, un grandissimo attore di portata internazionale, intuisce per primo cosa voglio e devo fare, quando ho visto il suo film Bardo con Saul Nanni mi ha colpito molto: è eccezionale, ha un animo, oltre che un aspetto, principesco. Benedetta Porcaroli nel ruolo di Concetta è ugualmente perfetta, sarà centrale. Come Deva Cassel che è Angelica. Abbiamo usato dei coach per l’accento, il dialetto, ci siamo informati e la principessa Vittoria Alliata ci ha spiegato come parlavano i nobili al tempo. Dal momento che Angelica viene da un rango inferiore, in famiglia parla un dialetto più stretto. Quanto alle location scelte, per me si tratta di un privilegio: da bambino ho vissuto per un breve periodo in Sicilia, poi ho sposato una siciliana e ritornare qui per la prima volta con i miei figli è stato emozionante. Siamo stati accolti da tutti i siciliani con grandissimo affetto e pazienza”. 

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È dunque sulla scia di questo scrupoloso lavoro, su costumi, luoghi, scelta del cast e lingua che il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa si appresta a tornare con le vesti di un adattamento Netflix. L’autore, fiducioso dei propri mezzi, dichiara in conclusione: “credo che si farà un buon lavoro, siamo già a metà dell’opera”.

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