X Mas: non eroi, non patrioti ma criminali fascisti asserviti agli occupanti nazisti
Top

X Mas: non eroi, non patrioti ma criminali fascisti asserviti agli occupanti nazisti

La formazione fu coinvolta in azioni antipartigiane e rastrellamenti di civili nel Nord Italia. Il prefetto di Milano, Mario Bassi, fascista, inviò un messaggio a Mussolini lamentandosi di furti, rapine, gravi provocazioni, arresti e perquisizioni

X Mas: non eroi, non patrioti ma criminali fascisti asserviti agli occupanti nazisti
Ferruccio Nazionale impiccato a Ivrea dai fascisti della X Mas
Preroll

globalist Modifica articolo

25 Marzo 2024 - 02.40


ATF

Non eroi, non patrioti ma assassini e criminali al servizio della dittatura fascista e poi militari feroci a supporto dell’occupazione nazista dell’Italia.

La X Mas rappresentava un’unità militare all’interno dell’esercito italiano, con il comando iniziale di Benito Mussolini e successivamente sotto la guida del suo comandante, Junio Valerio Borghese, noto come il “principe nero”. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la X Mas si schierò con le truppe naziste in Italia e fu coinvolta in atti di tortura, fucilazioni, rastrellamenti, furti e saccheggi.

Al termine della Seconda guerra mondiale, Junio Valerio Borghese fu condannato per le violente “azioni di rastrellamento” perpetrate dai suoi uomini contro i partigiani e gli oppositori, tra cui “catture, sevizie brutali, deportazioni e uccisioni degli arrestati”. Tuttavia, a causa dell’amnistia del dopoguerra e delle pressioni degli Stati Uniti, che successivamente avrebbero utilizzato Borghese come figura anticomunista, fu condannato a soli 12 anni di prigione, di cui nove furono condonati. Nel 1970, Borghese fu coinvolto in un tentativo di colpo di stato noto come “golpe Borghese”, nel quale cercò di instaurare un governo autoritario in Italia.

Una famosa foto tragica ricorda il significato della X Mas: mostra il partigiano biellese Ferruccio Nazionale impiccato il 29 luglio 1944 nel centro di Ivrea, con un cartello appeso al collo che recita: “Aveva tentato con le armi di colpire la Decima”. Il corpo di Nazionale, che aveva subito gravi torture, fu lasciato in piazza per essere visto da tutti i cittadini.

Leggi anche:  Oro alla Patria: la mossa di Mussolini per legittimare l'invasione e i crimini di guerra fascisti in Etopia

La Flottiglia Mas, originariamente chiamata Motobarca armata Svan (dal nome della fabbrica che le costruiva) e successivamente Motoscafo armato silurante, fu creata nel 1939 come unità speciale della Regia Marina italiana. Nel 1941, assunse il nome di X Flottiglia Mas, in omaggio alla legione di punta delle armate di Giulio Cesare: la Legio X Gemina.

Piuttosto che al re, la X Mas era direttamente subordinata a Mussolini. Nel 1942, venne assegnato a Junio Valerio Borghese, uno dei comandanti più stimati della flottiglia, il compito di portare la guerra sul territorio degli Stati Uniti, a New York. Il piano prevedeva l’approccio alla città con il sommergibile atlantico Leonardo Da Vinci, che avrebbe dovuto trasportare due sommergibili più piccoli, chiamati sommergibili tascabili della classe CA: barche a doppio scafo lunghe dieci metri e larghe due, in grado di raggiungere una profondità di 55 metri. I sommergibili più piccoli avrebbero dovuto risalire il fiume Hudson e penetrare nel porto di New York, dove i sommozzatori avrebbero piazzato cariche esplosive da 100 kg per far saltare alcune navi della marina americana.

Leggi anche:  Quando Montanelli raccontò: sposai in Africa una bambina di 12 anni comprandola

Furono effettuate prove ed esercitazioni nel lago d’Iseo, ma alla fine il progetto venne abbandonato

Junio Valerio Borghese nacque a Roma nel 1906, proveniente da una rinomata famiglia nobiliare italiana con stretti legami ecclesiastici. Appassionato sostenitore del fascismo, intraprese la carriera militare nella Regia Marina e combatté come volontario in Spagna sotto il comando di Francisco Franco. Nel 1943, assunse il comando della X Mas, trasformando la formazione in una sorta di gruppo combattente personale.

Il giorno successivo all’armistizio dell’8 settembre 1943, Borghese pronunciò un discorso presso il quartier generale di La Spezia, schierando la X Mas al fianco dei tedeschi e decidendo di continuare la guerra contro gli Alleati e i partigiani. La formazione adottò come simbolo un teschio che stringeva tra i denti una rosa. Borghese raccontò che un suo capitano di corvetta morente, Salvatore Todaro, aveva suggerito che il simbolo ricordasse che morire per la patria era dolce come il profumo di un fiore.

La X Mas venne incorporata nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, il regime collaborazionista che prese il controllo dell’Italia settentrionale dopo l’armistizio. Tuttavia, Borghese riceveva direttamente gli ordini dai comandi nazisti. Durante i primi anni della RSI, molti nuovi volontari, compresi molti minorenni, si unirono alla X Mas. La formazione creò anche reparti terrestri che combatterono al fianco dei tedeschi lungo la linea gotica, nell’Italia centrale.

Leggi anche:  Censura sul 25 aprile e attacco di Giorgia Meloni, Scurati: "Ora ho paura, ho un bersaglio sulla faccia"

A partire dal 1944, la formazione fu coinvolta in azioni antipartigiane e rastrellamenti di civili in diverse zone del Nord Italia. Il prefetto di Milano, Mario Bassi, fascista, inviò un messaggio a Mussolini lamentandosi di “furti, rapine, gravi provocazioni, arresti, perquisizioni e comportamenti scorretti in pubblico” attribuiti alla X Mas. Bassi segnalò che la popolazione era terrorizzata dalla X Mas e che i saccheggi e i furti rimanevano impuniti grazie alla protezione garantita loro dai nazisti. Bassi chiese che la X Mas fosse allontanata da Milano. Nel 1944, Borghese fu arrestato a Gargnano, in provincia di Brescia, sotto sospetto di cospirare contro Mussolini. Tuttavia, l’intervento dei tedeschi portò al suo immediato rilascio. Anzi, Mussolini lo nominò sottocapo di Stato Maggiore, responsabile di tutte le attività operative della Marina.

In particolare, una compagnia della X Mas, la Compagnia O, fu coinvolta in operazioni di polizia e rastrellamenti. A capo di questa compagnia c’era Umberto Bertozzi, che divenne famoso per incidere o far incidere una grande X sulle spalle delle persone 

Native

Articoli correlati