"Diario di un sogno possibile": il libro postumo di Gino Strada

Disponibile in libreria dal 14 marzo, è il racconto intimo di una vita dedicata ai pazienti e agli ultimi, quella del chirurgo di guerra e fondatore di Emergency.

"Diario di un sogno possibile": il libro postumo di Gino Strada
Gino Strada
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28 Febbraio 2023 - 17.30 Culture


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Ci lasciava due anni fa, il 21 agosto del 2021, Gino Strada, all’età di 73 anni, dopo una vita dedicata a curare e lottare per chi ha avuto nella vita una sola e unica colpa, quella di esser nato in quella parte di mondo segnata da guerre e povertà.

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Strada torna oggi a far risentire l’eco della sua voce attraverso un libro che vuole non solo essere uno spaccato della sua vita da medico, ma anche un lascito che trasuda passione – quella per la chirurgia e non solo – che scuote le coscienze.

Un racconto che è insieme un appello e un invito a battersi concretamente per migliorare e, magari, eliminare, questioni che mai come oggi sembrano essere tanto urgenti, come l’abolizione della guerra e il diritto universale alla salute. La guerra è una malattia da cui l’umanità deve e può guarire” – si legge oggi a lettere rosse in copertina, in una inedita edizione per ragazzi, che prosegue: la cura è un diritto che spetta a ognuno di noi“.

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Il libro, che farà parte del volume postumo Una persona alla volta, è stato riadattato per i più piccoli, ragazzi e ragazze dai 12 anni in su, grazie agli accorgimenti di Simonetta Gola, seconda moglie di Strada, oggi alla direzione della comunicazione di Emergency, fondata nel ’94 dal marito. Queste le sue parole tratte dalla prefazione, riportate dall’ Ansa: “Abbiamo tagliato alcune parti del testo, introdotto qualche minimo chiarimento dove più ci sembrava necessario e ora te lo affidiamo con la speranza che ti appassionerai a quello che racconta. In queste pagine troverai un po’ della vita di Gino”.

L’intento dello scritto, inoltre, è quello di far conoscere ai più giovani la storia di un uomo che, si spera, possa riuscire ad ispirare le prossime generazioni a mettere in atto cambiamenti ancora possibili, con la consapevolezza che lo stesso percorso di innovazione veniva imboccato da chi ha contribuito, con fatica e dedizione, ha costruito percorsi di cambiamento, facendone una vera e propria missione di vita.

Missione nella quale proprio questi lettori, forse, oggi potranno rivedersi così da perseguire le stesse battaglie sociali le sue fiere battaglie del medico attivista, sempre dalla parte di chi ne è innocente vittima. Ne è convinta Simonetta Gola che, rivolgendosi direttamente al lettore, rivela che il senso del libro è proprio questo: non arrenderti all’ingiustizia, osserva, vivi, fai domande, immagina le alternative possibili. Trova la tua voce, inizia ad agire per un mondo diverso. Puoi? Certo che puoi: proprio ora, fra le tue mani, hai l’esempio di una persona che l’ha fatto“.

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Sempre da un estratto del libro: “Sono un chirurgo. Una scelta fatta tanto tempo fa, da ragazzo. Non c’erano medici in famiglia, ma quel mestiere godeva di grande considerazione in casa mia. Fa il dutur l’è minga un laurà, diceva mia madre, l’è una missiùn. Un’esagerazione? Non so, ma il senso di quella frase me lo porto ancora dentro, forse mia madre era una inconsapevole ippocratica”.

Strada, anche tra le pagine del volume, racconta, sempre con grande onestà, la sua storia: da quando si allontanò dalla provincia milanese di Sesto San Giovanni – la Stalingrado d’Italia – che lo avrebbe portato probabilmente verso un destino d’operaio, per scoprire, invece, a Milano, che il suo posto era là, nei meandri dell’Università di Medicina del Policlinico, dove decise di formarsi come chirurgo, facendone non solo un mestiere, ma anche uno stile di vita: “come la chirurgia insegna – diceva – davanti a un problema, bisogna salvare il salvabile. Agendo subito”.

Un mestiere, il suo, che gli ha dato molto più che da vivere; ad animarlo è stata sempre la sua sconfinata passione, che lo ha spinto presto a lasciare i luccicanti ospedali milanesi per andare là, dove la medicina resta fin troppo spesso al di sotto delle soglie dei diritti umani: Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia e Bosnia. Qui ha messo al servizio di tutti la sua professione, dedicando il resto della vita alla chirurgia d’ urgenza e alla cura dei feriti di guerra. Per questo, nel 1994, ha dato vita ad Emergency, la cui fondazione sarà ripercorsa anch’essa nel libro, attraverso le parole del fondatore, partendo dal racconto del primo progetto in Ruanda durante il genocidio avvenuto quello stesso anno.

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Questo e molto altro in Diario di un sogno possibile, con le illustrazioni di Marcella Onzo, per Feltrinelli Junior. Sarà disponibile in libreria dal 14 marzo con prime copie in arrivo, in anteprima, alla Bologna Children’s Book Fair, dal 6 al 9 marzo.

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