“Mare Fuori” entra all’Ariston con i ragazzi dell’Istituto penale

Il cast della serie televisiva realizzata da RaiPlay sale sul palco del Festival cantando la colonna sonora della serie e Carolina Crescentini ricorda l’importanza dei diritti umani.

“Mare Fuori” entra all’Ariston con i ragazzi dell’Istituto penale
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11 Febbraio 2023 - 00.09 Culture


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di Irene Perli

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La vista del mare dal Golfo di Napoli suscita sempre un’atmosferica romantica, ma non a Nisida: i giovani occhi che abitano quel luogo vedono il mare attraverso le sbarre. La 73° edizione del Festival di Sanremo vede trasportata sul palcoscenico la realtà delle carceri minorili due volte: grazie all’intervento di Francesca Fagnani nella seconda serata e con il cast di Mare Fuori ospite nella quarta.

Matteo Paolillo, che nella fiction interpreta in personaggio di Edoardo Conte, canta la sigla dell’acclamatissima serie televisiva firmata Rai, intitolata O’ Mar’ For’. Come il titolo annuncia, il mare partenopeo si trova fuori dalle sbarre dell’immaginario Istituto di Pena Minorile. Il successo riscosso dalla serie dipende dall’approfondimento sull’adolescenza problematica di molti giovani cresciuti troppo in fretta a causa di ambienti che hanno loro imposto un determinato percorso di vita, proprio come recitano alcuni versi del brano: 

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A cap m fa mal, n’arriv a capì
Si so nat cca, qual è a colpa mia?
Mann mis o fierr n’man e mann itt “spar”

(La testa mi fa male, non arrivo a capire 
Se sono nato qua, qual è la mia colpa? 
Mi hanno messo la pistola in mano ..E mi hanno detto “spara!!” )

Finita la performance, durante la quale sono entrati tutti gli attori del cast, discende dalla scalinata Carolina Crescentini, che nella serie interpreta la direttrice del carcere Paola Vinci. L’attrice ringrazia la Fagnani per aver introdotto una tematica così rilevante nel monologo della seconda serata, ribadendo che “dietro le sbarre ci sono esseri umani, e tutti gli esseri umani hanno diritto ad una seconda possibilità”.

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Depravazione, rivalità, rabbia e timori sono emozioni veritiere che trasudano anche nel meta-racconto che è la serie. Uno spaccato di realtà all’interno dell’universo cinematografico nel quale la figura dell’educatore, assieme alle guardie, al comandante e alla direttrice coincidono con la metafora del mare: rappresentano la fiducia e la speranza in un riscatto tanto atteso da questa generazione sperduta.

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