60 opere trafugate, dal valore di 20 milioni di dollari, tornano in Italia

I beni recuperati sono il frutto del saccheggio di siti archeologici italiani o oggetto di traffici internazionali. Le opere, per anni, sono rimaste in musei, collezioni private e gallerie estere senza alcun diritto di proprietà.

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25 Gennaio 2023 - 16.19 Culture


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di Azzurra Arlotto

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Tornano in Italia circa 60 reperti archeologici, databili tra il settimo e il primo secolo dopo Cristo, trafugati illecitamente da trafficanti internazionali e recuperati negli Stati Uniti grazie a un’operazione congiunta tra i Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale e il New York County District attorney’s office.

Alcune di queste opere erano confluite in collezioni private d’oltreoceano, come in quella di uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, al quale è stato ora imposto un divieto a vita di acquistare antichità. Per smascherare i criminali, oltre al lavoro investigativo dell’arma e delle competenti Autorità statunitensi, è servito anche il contributo tecnico-scientifico degli esperti del Ministero della Cultura e il supporto del Ministero degli Affari Esteri per la cooperazione giudiziaria e di polizia.

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Quasi 75 mila beni archeologici e paleontologici recuperati (74.748) e 1.227 opere false sequestrate, con un valore, qualora immesse sul mercato come autentiche, di oltre 85 milioni di euro. Tra le opere rimpatriate, l’affresco pompeiano Ercole fanciullo con serpente, del I sec. d.C., una testa marmorea di Atena e una kylix a sfondo bianco.

L’attività operativa dell’anno 2022 del reparto dellArma per la Tutela del patrimonio culturale TPC, in contrasto ai traffici illeciti dei beni culturali e i cui dati non sono ancora completi, ha fatto registrare centinaia di verifiche sulla sicurezza in musei, biblioteche e archivi, con perquisizioni e 971 persone denunciate.

Le opere e le generalità relative ad esse sono state presentate dal Comandante dei Carabinieri TPC, generale Vincenzo Molinese e dal viceprocuratore del District Attorney’s office di Manhattan, Matthew Bogdanos. All’evento erano presenti anche il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli, il ministro Consigliere per gli affari pubblici dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, Christina Tomlinson e l’archeologa Federica Pitzalis, funzionaria del Ministero della Cultura. Le opere hanno subito quasi tutte lo stesso trattamento di recupero.

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Per quanto riguarda l’affresco pompeiano esso proviene da scavi clandestini in area vesuviana e fu commercializzato da un trafficante internazionale e poi acquistato da un collezionista americano. Invece, il particolarissimo busto di bronzo maschile, risalente tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C., sul quale restano ancora tracce materiche usate per la resa degli occhi, è finito negli Stati Uniti tramite un commerciante svizzero e venduto, successivamente, ad un collezionista della contea di New York. Stesso percorso per la coppa kylix a fondo bianco, risalente al V secolo a.C., contrabbandata in Svizzera attraverso un ricettatore internazionale e poi acquistata da una nota istituzione museale newyorkese nel 1979.

Il viceprocuratore Matthew Bogdanos, che durante il suo lavoro, el tempo, ha ottenuto il sequestro di circa 500 antichità italiane, promette: “Faremo il possibile per garantire ai nostri figli e alle generazioni che verranno di godere del loro patrimonio culturale”. E aggiunge: Noi condividiamo la stessa visione della restituzione dei beni culturali rubati a tutta l’umanità“.

“Quello che avviene oggi è merito del nucleo tutela e patrimonio dei carabinieri, della magistratura italiana e della collaborazione efficace con gli Stati Uniti – commenta invece il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presentando le opere presso la sala Spadolini del ministero – Il recupero del patrimonio culturale è uno dei doveri del mio Ministero, che intendo portare avanti con determinazione. Vedremo dove collocare queste opere, possiamo pensare a una mostra. Ci sono altre attività di recupero in corso ma sulle quali per motivi di riservatezza non posso aggiungere dettagli”.

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Il procuratore Angelantonio Racanelli ha, infine, proposto di istituire un pool di magistrati che si occupi solo di queste ricerche. Con l’ausilio, auspica il sottosegretario Vittorio Sgarbi, dell’importante strumento delle intercettazioni: “E’ evidente che non si può immaginare di escludere le intercettazioni che riguardano il campo delle opere d’arte trafugate. Nordio ci rifletta”.

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