Il Nobel Pamuk: "Il governo turco ha usato il Covid per reprimere di più"

Lo scrittore punta l'indice contro Erdogan: "Qui non c'è libertà di espressione. I giornalisti sono messi in prigione facilmente"

Orhan Pamuk
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27 Marzo 2021 - 09.23


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Un paese che ogni giorno che passa sta facendo passi indietro nella ricerca dei diritti umani e della democrazia.

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Lo scrittore turco parla della situazione nel suo paese, che si è aggravata con l’arrivo della pandemia: “Il governo della Turchia ha usato la pandemia di coronavirus per una stretta più forte”.

Il Premio Nobel per la Letteratura, autore di ‘Veba Geceleri’ (Le notti della peste) aggiunge: “Come sappiamo, qui non c’è libertà di espressione, se non per pochi – dice – I giornalisti sono messi in prigione facilmente, molti di loro sono miei amici”.

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Pamuk giudica il ritiro dalla Convenzione di Istanbul come un “passo indietro molto grave, l’ultimo nei confronti delle donne, e del tutto repressivo per loro che si sentono più insicure nelle loro case, dove possono essere picchiate, insultate, terrorizzate dai loro mariti”.

“Il governo turco era stato addirittura il primo a firmarla – osserva – Oggi però fa una giravolta imbarazzante, senza vergogna: non difendiamo le donne. E nega quanto ha siglato, tradendo le idee di libertà”.

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