Riscoprire Anna Frank al fine di imprimere una svolta

Leggere La vita di Cady  costituisce un racconto in cui Anne – che probabilmente ispira la figura della protagonista – si interroga su quella che è l'origine della natura.

Anna Frank
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18 Gennaio 2021 - 13.07


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di Fiorenza Loiacono

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Una  figura che andrebbe assolutamente riscoperta è rappresentata da quella di Anna Frank (per quanto si pensi in generale di sapere ogni cosa di lei).

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Anna Frank è una ragazzina tutto pepe – sembra che la madre Edith e Margot non riescano a trattenerla. Nell’immagine che possediamo di lei – che solitamente diciamo di amare molto questa figura – quasi sempre appare gioiosa. Cioè oltremodo felice di esistere. Dice di essere la favorita del padre, mentre litiga (discute animosamente con la madre) e in particolare adora la nonna.

Di lei – oltre al Diario – sarebbe nostro compito al fine di approfondirlo considerare La vita di Cady  quale racconto – per quanto riflettente l’acerbo sviluppo ancora pratico per quanto pertiene il romanzo e sul piano conoscitivo – fulminante in relazione nello specifico all’idea che l’autrice sviluppa in relazione alla natura e al mondo con grande perspicacia mentre di fatto si trova a trascorrere un periodo di prigionia all’interno di un minuscolo sito dove un gruppo di otto persone si nasconde a causa delle persecuzioni antiebraiche arrecate dai carnefici, espressione di un nazifascismo che come ha affermato Levi, ebbe il suo  primo canale propagatore  nell’ambito della penisola italiana.

La vita di Cady  costituisce un racconto in cui Anne – che probabilmente ispira la figura della protagonista – si interrroga su quella che è l’origine della natura. Opportunamente, cerca di dar voce a un interrogativo che aveva tentato senza riuscirci di approfondire con il ragazzo dell’Achterhuis Peter van Pels. Peter, il ragazzo con il quale Anne si rifugiava nella soffitta di quella casa che era affacciata sulla Westertoren e Prisengracht mentre gli altri sbeffeggiavano quel suo interesse verso il piacere della scoperta con le parole «Annes zweite Heimat».

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Come si sa, il Diario costituì per Anne un mezzo utile a scoprire ed esprimere il suo vero sé – ovvero quela parte (l’Anne buona) che gli altri in generale critici e indelicati non raccoglievano e finivano specificamente per respingere. Era questa l’Anne certamente maggiormente riflessiva e sensibile.

“Ma se domandi  che cosa sia [Dio], ti posso rispondere: guardati attorno […]. Questa meraviglia che vive e muore, che si riproduce e si chiama natura è Dio”.

Una riflessione su cui occorrerebbe assolutamente fermarsi al fine di comprendere in quale direzione andare.  

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