Dopo le minacce del boss mafioso Graviano, Massimo Giletti vive sotto scorta

Graviano, testualmente, disse che Giletti stava 'scassando la minchia' quando il conduttore lesse in diretta i nomi dei 300 mafiosi usciti dal carcere per l'emergenza coronavirus

Massimo Giletti
Massimo Giletti
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10 Agosto 2020 - 14.57


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Il conduttore di Non è L’Arena su La7 vive sotto scorta, in seguito alle minacce da parte del boss Filippo Graviano, intercettato in carcere, dopo l’uscita dalla detenzione in carcere di 300 mafiosi a causa dell’emergenza coronavirus: nel mirino, in particolare, la puntata del 10 maggio in cui il conduttore lesse i nomi dei detenuti usciti di prigione. Graviano, testualmente, disse che Giletti stava ‘scassando la minchia’. 

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Delle minacce di Graviano, contenute nel libro di Lirio Abbate ‘U siccu’, Giletti era venuto a sapere dalle colonne di Repubblica soltanto a luglio: “Non mi pare proprio normale – aveva dichiarato in un’intervista al Corriere – che io non ne abbia saputo nulla. In questa storia quello che pesa è per l’ennesima volta il silenzio delle istituzioni competenti”.

Al conduttore era arrivata la solidarietà del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Massimo Giletti sotto scorta è un pessimo segnale”, commenta oggi su Twitter il direttore di La7, Andrea Salerno. “Continuare ad andare in onda con il proprio lavoro, la migliore risposta”, conclude. 

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Secondo quanto sui apprende, la scorta a Giletti è stata assegnata a fine luglio dalla Prefettura di Roma. 

 

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