Il Covid non lo ha certo fermato, Chiambretti: "Non lascio la tv, anzi raddoppio e..."
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Il Covid non lo ha certo fermato, Chiambretti: "Non lascio la tv, anzi raddoppio e..."

Il conduttore, dopo la terribile esperienza del coronavirus, ha parlato del suo futuro a "La Stampa"

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2 Luglio 2020 - 20.25


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Dopo l’esperienza traumatica e tragica del coronavirus, che lo ha colpito ma soprattutto gli ha portato via mamma Felicita, Piero Chiambretti guarda avanti. In un post su Instagram ha scritto “Non lascio la tv anzi raddoppio e mi tengo anche il frigo”. Una precisazione in merito a un’intervista a “La Stampa” che era stata titolata a suo dire in maniera “inappropriata”. Il conduttore però dice di non avere ancora idea di che tipo di programma farà.  

Per Chiambretti sono stati mesi duri, dolorosi, di quelli che lasciano un segno per sempre. Lo spunto per l’intervista al quotidiano torinese è stato il ritorno al “Mauriziano” dove è stato ricoverato insieme a sua mamma, il 15 marzo. Il conduttore ha partecipato a una celebrazione laica dedicata alle vittime del coronavirus.

“Dietro quelle due settimane in ospedale ci sono la malattia, la morte di mia madre, il senso della vita che è cambiato, il ripensamento delle mie scelte professionali – dice lui -. E’ stata un’esperienza troppo personale, troppo dolorosa per farla diventare fenomeno da baraccone”. 

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Riguardo al futuro professionale il conduttore racconta che vorrebbe qualcosa di nuovo. “Non ho ancora definito con Mediaset i programmi per la prossima stagione – dice -. Vorrei che l’anno nuovo portasse vita nuova. Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto prima, di diverso”. E a tal proposito guarda alla purezza e all’innocenza dei più piccoli. “Un programma in prima serata in cui i bambini si sostituiscono agli adulti – spiega -. Si dice sempre che saranno loro i grandi di domani, ma molte volte sono già i grandi di oggi”. Per Chiambretti si tratta di una possibilità, non di una certezza. “Questa di massima sarebbe l’idea – chiude -. Poi si sa, la televisione è peggio del calcio: tutti i giorni si può cambiare idea”.

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