Fiorello sul Covid-19: "Dovremmo chiamare l'app immane come la tragedia che stiamo vivendo"

L'artista è intervenuto a sorpresa a Non è un Paese per Giovani, il programma di Rai Radio2: ""Noi cerchiamo di sdrammatizzare, la situazione non è bella"

Il video di Fiorello contro il Coronavirus
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30 Aprile 2020 - 15.05


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Ironia in momento drammatico: un ‘brainstorming’ sui possibili nomi da attribuire alla app per il tracciamento anti contagio da Covid19. Fiorello oggi è intervenuto a sorpresa a Non è un Paese per Giovani, il programma di Rai Radio2 condotto da Tommaso Labate e Max Cervelli, ironizzando a suo modo sull’applicazione prevista dal governo per il tracciamento. “Quo Vadis in italiano vuol dire ‘ndo vai e non lo so -ha detto lo showman- Stai Sicuro – la proposta di Labate – è la più buona. Liberi Tutti, proposto da Cervelli, meglio di no. Si presta a tante interpretazioni e rischiamo di avere troppa gente in mezzo alla strada. Io penso sia meglio Immane, come la tragedia che stiamo vivendo”.

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“Noi cerchiamo di sdrammatizzare, la situazione non è bella -ha aggiunto Fiorello- La preoccupazione dell’economia ha superato quella sanitaria. Si comincia a pensare che se lo prendo lo prendo, ma voglio lavorare, perché quando non c’è un introito mensile è dura”. E poi ha suggerito di ascoltare la nuova canzone di Checco Zalone dal titolo ‘Immunità di Gregge’ perché ha sdrammatizzato come solo lui sa fare, su melodie alla Domenico Modugno. “Molto bella”.

Come aveva già ironizzato qualche giorno fa, Fiorello, che compirà 60 anni tra 15 giorni, torna sulla questione dell’uscita scaglionata per la ripartenza proposta da Vittorio Colao per proteggere gli over 60, ma ribadisce “sono sereno, Colao ha detto che non è vero e che i 60enni possono uscire”.

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