Stefano Massini: "Le dittature nascono perché si è troppo pigri per vivere la democrazia"
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Stefano Massini: "Le dittature nascono perché si è troppo pigri per vivere la democrazia"

Il monologo di Stefano Massini di questa settimana parte dalla manifestazione fascista di Varsavia e si prefigge di spiegare: "come nasce la dittatura?"

Stefano Massini
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14 Novembre 2019 - 22.09


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“Questa sera vorrei partire da una fotografia”: Stefano Massini inizia così il suo monologo settimanale a Piazzapulita, mostrando un’immagine della terribile manifestazione neofascista di Varsavia. 
“Centocinquantamila persone si sono riunite non per chiedere più diritti, ma per alzare muri. Muri contro gli ebrei, muri contro gli stranieri. Ed è assurdo che questo capiti in Polonia, perché nessun paese come la Polonia ha vissuto gli orrori della dittatura, sia nazista che comunista. Cinque milioni di ebrei sono morti in Polonia, e oggi si scende in piazza con la svastica”. 
“Oggi quindi vorrei parlare della dittatura e vorrei farlo da un piccolo episodio. Ero in un giardinetto pubblico con il mio cane, e c’era un gruppo di bambini che giocava con lo scivolo. Uno di loro, Marco, sembrava più interessato a giocare con il mio cane e allora gli ho chiesto: ‘ma perché non giochi con gli altri?’ E lui mi ha risposto: ‘Perché Kevin non vuole’. E in effetti c’era un bambino che dava davvero gli ordini agli altri, che decideva come gli altri dovevano giocare. E allora ho chiesto a Marco: ‘Ma perché non gli spieghi che lo scivolo è di tutti?’. E lui, scrollando le spalle, mi ha dato una vera lezione di politica: ‘E, ma non è mica lui, sono gli altri’. E la cosa assurda è che aveva ragione. Kevin non era diverso dagli altri, aveva solo la capacità di imporsi”. 
“Le dittature nascono perché la democrazia è uno sforzo, è faticosa. Significa discutere con chi non la pensa come te. È molto più facile delegare le decisioni a qualcun altro, ai leader carismatici. Ma poi può succedere che i leader carismatici diventino dittatori”. 
“Questa lezione la voglio concludere con Trilussa, con il dialogo dell’uno e dello zero: “- Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero –
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

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