di Giuseppe Cassarà
Doveva vincere Loredana Bertè. Pochi dubbi su questo, anche se non si è potuto fare e meno di godere profondamente quando un incredulo Mahmood ha ricevuto il primo premio.
In quel momento, gusti a parte, una parte d’Italia era con lui su quel palco, ad abbracciarlo virtualmente. Una vittoria politica? Forse,
anzi quasi sicuramente sì, ma politica e Sanremo vanno a braccetto da quando Pupo, Emanuele Filiberto e un tenore di cui nessuno ricorda il nome portarono sul palco la vergognosa ‘Italia amore mio’ (arrivando secondi) e forse anche da prima. Quindi, inutile scandalizzarsi, tanto vale vedere i lati positivi di questa serata finale.
Innanzitutto, l’età media dei concorrenti: nonostante, lo ripetiamo, la corona spettasse di diritto a Loredana, vedere tre finalisti tutti meno che trentenni è stata una novità piacevole, tenendo presente che Il Volo è il classico esempio di gioventù con la naftalina. E poi, non ce ne vogliano i tradizionalisti, la canzone che ha trionfato, “Soldi”, tra le tre proposte era l’unica con un guizzo, una novità musicale e soprattutto tematica: per una volta a Sanremo non vince l’amore, con buona pace delle fan isteriche di Ultimo che hanno probabilmente giurato vendetta verso Mahmood. Fossi in lui mi guarderei le spalle.
E quindi, all’Eurovision, a rappresentare l’Italia sarà questo ragazzo, semi-sconosciuto ai più fino alla settimana scorsa: un italiano dal sangue misto, che canta di disagio in periferia, di un rapporto con il padre che forse risulta incomprensibile a chi non ha più vent’anni da un po’ ma che, potete fidarvi, è classico di questa generazione. Lo ha cantato anche Anastasio, la quarta serata, nel monologo insieme a Bisio. È bello che in un’Italia ossessionata dai padri vinca una canzone che la figura paterna la mette in croce.
Loredana Bertè - La vera vincitrice di Sanremo 2019. Reinventata, rinata e meravigliosa, Loredana ci ha conquistati con ‘Che cosa vuoi da me’ Voto: 9
Daniele Silvestri e Rancore - La loro “Argentovivo” era la canzone più arrabbiata del Festival: narra di una scuola che intrappola un giovane 16enne, insegnando una vita che non esiste più da 20 anni. Voto: 8
Mahmood - Ha vinto, e per noi sul podio ci sarebbe andato lo stesso. La canzone è una bella novità, una scommessa vinta di Claudio Baglioni. Voto: 7
Ultimo - Sfiora la vittoria l' idolo delle ragazzine, ma speriamo che si svecchi un po’. Voto: 7
Motta - Vince il duetto con Nada, anche se non se lo meritava. La canzone e il suo timbro, invece, meritavano di più. Forse troppo particolare, o ‘indie’ per Sanremo. Voto: 7
The Zen Circus - O li si odia, o li si ama. Ritmo serratissimo e metrica monocorde, portano un testo molto politico. Fanno quello che devono fare. Voto: 7
Achille Lauro - Chiacchierassimo, odiatissimo per due tatuaggi in faccia. A noi è piaciuto, se non altro perché provoca, fa ballare e rompe i coglioni a tutti, come un vero provocatore dovrebbe fare. Voto: 7
Arisa - La voce di Arisa è splendida, e ha un turn che sorprende. Ballabile, anche divertente. Da stimare per essere salita sul palco con 39 di febbre. Voto: 6
Paola Turci - Elegantissima, come sempre, ma stavolta Paola scivola via. Canzone ben cantata, anche orecchiabile, ma incapace di arrivare al cuore. Voto: 6
Simone Cristicchi - La fragilità dell’uomo vince il Premio della Critica. Noi faticavamo a tenere gli occhi aperti, ma poi applaudiamo educatamente se no ci accusano di essere snob. Voto: 6
Negrita - Bel testo, meno la canzone. Forse sarebbe ora che Pau e gli altri si dessero una rinfrescata, in termini musicali. Voto: 6
Enrico Nigiotti - C'è il nonno, c'è la nostalgia, c'è quel "si stava meglio prima" che a Sanremo fa sempre buon gioco. Senza dubitare della sua sincerità, la canzone è davvero vecchia.
Francesco Renga - Fresco fresco di polemica, Renga arriva, canta e se ne va: senza infamia e senza lode. Voto: 5
Nek - Nek fa Nek, con il suo fascino da eterno latin lover e il graffio della voce che non cambia mai. Un po’ stantio però, come il suo ciuffo. Voto: 5
Ex-Otago: il cantante è già un sex symbol e rimane solo da guardare proprio il frontman, perché la canzone fa venire il latte alle ginocchia. Voto: 4
Ghemon - Canta ‘Rose viola’: melenso e già sentito, ci aspettavamo onestamente di più. Voto: 4
Einar - Un altro giovane in gara, un'altra scommessa di Baglioni. Niente di eclatante, ma è giovane, ha tempo per sfondare e Sanremo è già un grande risultato Voto: 4
Boombadash - Dovevano far ballare e hanno fatto ballare. Del testo, ci dicono che parlava (anche questo) di paternità. Sarà. Voto: 4
Irama - Solo noi pensiamo che Irama abbia voluto strafare? Il pace-maker, lo stupro/incesto, la gravidanza dal padre…che pesantezza. Troppa per un ragazzo così giovane. Voto: 3
Patty Pravo e Briga - Dovevano essere la scommessa di Sanremo. Scommessa persa: si parla più dei capelli di Patty che della canzone e il povero Briga scompare nel nulla. Voto: 3
Anna Tatangelo - Anche lei, arriva, fa quello che fa da vent’anni, e va via. Bell’outfit però. Voto: 3
Il Volo - Ce li invidierà pure tutto il mondo, ma a noi il Volo ci sembrano le Fettuccine Alfredo: una cosa che in America sono convinti essere italiana, in Italia una trappolona per turisti. Voto: 3
Federica Carta e Shade - Insulsi. E ci fermiamo qui, che non c’è bisogno di sparare sulla croce rossa. Voto: 2
Livio Cori e Nino D'Angelo - Finiscono ultimi in tutte le classifiche. Lo vogliamo anche dire che questa napoletanità buttata lì quasi a caso ha un po’ stancato?