Il Teatro Montevergini di Palermo, inedito modello di bene culturale comune
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Il Teatro Montevergini di Palermo, inedito modello di bene culturale comune

Dopo la pausa estiva, inizia una nuova stagione, come sempre espressione di tutte le forze antirazziste, antisessiste, antifasciste e antiomofobe.

Il Teatro Montevergini
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9 Settembre 2018 - 10.16


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Il Teatro Montevergini di Palermo, “Bene Comune” e luogo “del possibile”. Dopo la pausa estiva, venerdì prossimo una assemblea definirà attività, eventi ed iniziative del nuovo ciclo.

Le linee guida: gestione diretta, orizzontale, non esclusiva e antiautoritaria di un bene comune, auto-organizzazione, mutualismo, follia, esaltazione dell’incontro e delle differenze. Queste sono solo alcune delle vie che percorrono la pratica sperimentale ed inconsueta dell’ “Uso civico”. Teatro, danza, arti visive, assemblee cittadine, auto-normazione civica, presentazioni di libri, dibattiti, feste ed incontri politici ed interculturali hanno animato lo scorso anno, e già da settembre si ricomincia!

Arriva una nuova stagione, il calendario prevede già degli appuntamenti: residenze di creazione aperte con le artiste francese Anaïs Pelaquier e Anaïs Durin verso la mostra collettiva « Zitta Zitta e bella seduta » con I altri artisti Anna Farinella, Laura Lafon, Esteban Gonzalez, e Joyce nel quadro del Palermo Pride, poi musica, con il primo festival di canto sociale a Palermo che ospiterà cori dalla Francia e dal resto d’Italia; il mercatino del libro usato, laboratori aperti di breakdance con la comunità dei Makabreakers, laboratori del Ceipes e dei TeatroAlchemici, e sempre assemblee No Muos, lo sportello sociale delle donne di Benin City… E ovviamente le nostre leggendarie assemblee di gestione, alle quali ogniun* può partecipare per proporre un progetto, il suo contributo, o semplicemente per venire a sentire. Il Montevergini è e deve essere un luogo per tutt* e in particolare per l‘espressione e il rafforzamento di tutte le forze antirazziste, antisessiste, antifasciste e antiomofobe.

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Non si fa selezione nè programmazione su criteri qualitativi e modelli concorrenziali: ci si incontra, si partecipa, si condividono gli spazi e le responsabilità, si decide e si agisce.

Non c’è un capo nè un’unica direzione, ce ne sono tante: e le assemblee sono l’occasione di esercitare questa modalità di decisione in comune, questa maieutica collettiva che rappresenta il metodo del consenso.

Per fare riconoscere pienamente queste modalità di co-gestione, uniche e innovative, incarnate nell’uso civico, e per garantire alla città la possibilità di avere in futuro anche altre assemblee in altri luoghi composte da tutti i cittadini che vogliono ridare un significato al concetto di Bene Comune praticando democrazia diretta nell’utilizzo di un posto pubblico sottoutilizzato, (senza per forza possedere il capitale per farlo, senza il classico affidamento ad associazioni, o singoli, ma permettendo a una comunità aperta e mutevole di esserne l’ente gestore) abbiamo in questo senso, è stato proposto alla Commissione per gli Affari Sociali del Comune degli emendamenti sul Regolamento sui Beni Comuni di prossima attuazione da parte dell’Amministrazione del capoluogo siciliano. “Speriamo di essere ascoltati e riconosciuti – dicono i giovani che fanno rivivere questo straordinario spazio – Il Regolamento sui beni comuni con al suo interno la possibilità del modello di gestione dell’uso civico sarebbe un’esperienza unica in Italia, e una grande vittoria per la democrazia e per Palermo” 

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“Per aiutare il Montevergini e Palermo – è il loro appello –  chiamiamo chiunque non si riconosca nell’individualismo strutturale del sistema neoliberista e capitalista per creare vere pratiche virtuose: lanciamo un apello agli studenti medi, agli universitari, ai giuristi, ai precari, agli artitsi e a tutti coloro che vorranno contribuire, ai lavoratori dell’immateriale, ai comunicatori, agli educatori, ai cuochi!”

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