In sala il film islandese 'Storia di due fratelli e otto pecore'

In una remota valle agricola islandese, due fratelli, che non si parlano da quarant'anni, devono unire le loro forze per salvare la cosa a cui tengono di più: il loro gregge.

In sala il film islandese 'Storia di due fratelli e otto pecore'
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6 Novembre 2015 - 15.31


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Storia di due fratelli e otto pecore del regista Grimur Hakonarson ha vinto al Festival di Cannes 2015 il premio Un Certain Regard, con una giuria presieduta da Isabella Rossellini, ed è ora in sala con la Bim dal 12 novembre.

Ambientato nella ventosa brughiera dell’Islanda, il film racconta la storia di Gummi (Sigurdur Sigurjonsson) e Kiddiley (Theodor Juliusson), due fratelli che vivono fianco a fianco badando al gregge di famiglia. Un gregge invidiato e considerato uno dei migliori del paese. I due fratelli così vengono spesso premiati per le loro rarissime pecore appartenenti a un ceppo antichissimo. Ma nonostante questo riconoscimenti e la convivenza forzata tra loro regna un eterno silenzio. Quando una malattia letale colpisce il gregge di Kiddi, minacciando l’intera vallata, le autorità decidono di abbattere tutti gli animali della zona per contenere l’epidemia. E’ una condanna a morte per gli allevatori, per cui le pecore costituiscono la principale fonte di reddito, e molti abbandonano la loro terra. Ma i due fratelli non si arrendono tanto facilmente, e ognuno dei due cerca di evitare il peggio a modo suo: Kiddi usando il fucile e Gummi il cervello.
Incalzati dalle autorità, i due fratelli dovranno unire le forze per salvare la loro speciale razza ovina, e se stessi, dall’estinzione.

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“I conflitti tra vicini sono molto comuni nelle campagne islandesi – spiega il regista -. Personalmente, so di molti casi in cui gente che vive fianco a fianco per anni a un certo punto litiga e non si rivolge più la parola. Spesso finiscono addirittura per dimenticarsi il motivo per cui sono diventati nemici. Gli islandesi sono persone testarde e indipendenti, vogliono cavarsela da soli e sono diffidenti di tutto quello che arriva da fuori. Solo che questa indipendenza di pensiero, a volte, va contro ogni logica. Le ragioni delle dispute – continua Grimur Hakonarson – sono diverse, ma la gente litiga soprattutto per la terra, per questioni di eredità o per faccende amorose. E’ una situazione tragica, quella che si crea quando persone che vivono in luoghi così isolati, in piccolissime comunità, non parlano più con i loro vicini. Ma al tempo stesso c’è qualcosa di comico. E’ insomma un’ottima premessa per un film tragicomico o per un dramma pieno di umorismo freddo islandese. Ed è esattamente il tipo di storia da cui mi sento attratto”.

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