Irlanda, la vittoria della civiltà: la battaglia per il 'sì' che ha infiammato un Paese
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Irlanda, la vittoria della civiltà: la battaglia per il 'sì' che ha infiammato un Paese

Emilia Agnesa, in viaggio in Irlanda, ci racconta la battaglia per il sì portata avanti dai volontari che lottavano per lo storico risultato del referendum

Manifestazioni per il sì
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26 Maggio 2018 - 07.56


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di Emilia Agnesa

Fin da bambina sognavo di andare in Irlanda; le canzoni dei Pogues, dei Cranberries, degli U2 e le innumerevoli leggende di quest’isola ai margini occidentali dell’Europa avevano alimentato sempre più la mia aspettativa nei confronti di una terra che, da un po’ di anni a questa parte, sta vivendo una sorta di rinascita. Dopo otto giorni di puro piacere tra Dublino, la Wild Atlantic Way, Cork e Kilkenny, complice anche un maggio soleggiato, le aspettative sono state altamente superate.

Arrivata a Dublino un particolare non poteva certamente passare inosservato: la città, tutta, ogni palo della luce, ogni strada, ogni muro, era tappezzata da cartelli dai colori sgargianti con la scritta “Yes” o “No”; “Tà” o “Nil” in irlandese. Il referendum sull’abrogazione dell’ottavo emendamento giocava le sue ultime carte proprio nei giorni della mia vacanza e la cosa ha dato ancora più valore al viaggio.

I volontari dello “Yes” come quelli del “No” si avvicinavano sorridenti a chiunque incrociassero e, con toni pacati, spiegavano le proprie motivazioni. A Cork il fermento era alle stelle: un tripudio di cartelli, stand ogni metro, volontari delle due fazioni impegnati nella loro battaglia, spesso coinvolti in discussioni vivaci con chi fermavano o con il banchetto “rivale” a fianco, ma senza mai essere aggressivi.

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Ho visto negli sguardi dei sostenitori dello “Yes” un fuoco, una voglia di cambiamento che si sposava in tutto con l’urgenza di ottenere un diritto senza urlare, senza spingere, con una modalità di confronto civile che in Italia sembra perduta. La viscerale, reale e decisa necessità di essere ascoltati e compresi era più forte dell’imposizione di una visione conservatrice che, pur sentendosi poco nelle città dell’isola e ben più nelle campagne, continua a esistere anche in tante realtà europee. La libertà si guadagna con la consapevolezza, senza aggredire l’oppositore, ma guardandolo dritto negli occhi per dirgli: “Io voglio che tu possa scegliere e voto sì”.

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