Niente accordo sul bilancio, 'shutdown' negli Stati Uniti di Trump
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Niente accordo sul bilancio, 'shutdown' negli Stati Uniti di Trump

Dalla mezzanotte strutture federali chiuse e i dipendenti senza stipendio (militari) o lasciati a casa. Il nodo è quello dei 'dreamers'

Il Congresso di Washngton
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20 Gennaio 2018 - 09.38


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Dalla mezzanotte di ieri gli ufffici federali americani sono paralizzati, per effetti del mancato accordo tra repubblicani e democratici in merito all’approvazione della legge per il finanziamento della pubblica amministrazione.
Quindi il primo anniversario della presidenza Trump è cominciato con lo “shutdown” del governo. I repubblicani hanno subito attaccato i democratici che hanno espresso voto contraro al provvedimento perché essa non faceva menzione della (promessa) misura per evitare che gli 800.000 ”dreamers” (i figli di emigrati irregolari giunti da bambini negli Stati Uniti) siano depotarti, come nelle intenzioni di Trump. E, da parte loro, i democratici accusano Trump di essersi rimangiato un impegno già assunto.
I soldi stanziati dal Congresso per finanziare le attività dello Stato finivano ieri sera a mezzanotte, e quindi, per evitare la paralisi che è poi arrivata, occorreva che l’adozione delle relative misure finaziarie fosse disposta entro il termine delle 24 del 19 gennaio. Quanto accaduto è conseguenza della risicata maggioranza dei repubblicani in Senato. Infatti la Camera aveva approvato nei giorni scorsi la legge necessaria a prolungare gli stanziamenti per un mese, ma in Senato servivano 60 voti favorevoli per farla passare. I repubblicani hanno una maggioranza ridottissima, di un solo voto, e quindi avevano bisogno dell’appoggio di almeno nove democratici per ottenere il via libera. Alla fine solo 50 senatori si sono espressi a favore, con cinque repubblicani e cinque democratici che hanno disobbedito alla leadership dei rispettivi partiti. I primi hanno bocciato la misura, perché ritenevano che rinnovarla per soli trenta giorni senza un’intesa sull’immigrazione fosse inutile. I secondi invece l’hanno approvata perché, in previsione delle elezioni di mid-term in Stati vinti da Trump nel 2016, non volevano irritare i loro elettori.
Quindi, a paritre dalla mezzanotte, le attività federali non essenziali hanno cominciato a bloccarsi con conseguenze anche paradossali. I militari, ad esempio, continueranno a lavorare, ma senza stipendio, Parchi e musei (quelli di pertienzna statale) dovranno chiudere, mentre circa 850.000 dipendenti pubblici riceveranno l’ordine di restare a casa. L’impatto sui servizi rischia di essere serio, così come sull’economia.
La Casa Bianca ha reagito con veemenza contro i democratici ed in particolare con il loro leader al Senato, Chuck Schumer, che ieri Trump ha icontrato per tentare di comporre la frattura.
”Questo è lo shutdown di Schumer, una scelta da perdenti, non da legislatori”, ha tuonato la portavoce della Casa Bianca”, secondo cui il presidente ”rifiuterà di negoziare un accordo sugli immigrati illegali, fino a quando i democratici non finanzieranno le attività necessarie a tutelare i cittadini legali». Schumer ha risposto che «questo è lo shutdown di Trump», perché i repubblicani controllano la Casa Bianca e il Congresso, eppure il presidente non è riuscito a guidarli verso un’intesa bipartisan che evitasse il blocco del governo.

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