Maestri (Sinistra italiana) critica il governo: venduto Regeni all'Egitto
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Maestri (Sinistra italiana) critica il governo: venduto Regeni all'Egitto

Il parlamentare usa parole dure: la decisione pianificata come se ad agire fosse stata una banda di ladri di democrazia.

Manifestazione per Regeni
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15 Agosto 2017 - 09.13


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Parole critiche e molto dire: “A Ferragosto, nell’indifferenza generale, ma non casuale, lo Stato italiano vende Giulio Regeni all’Egitto di Al-Sisi. Lo scambio consiste nel ritorno al Cairo del nostro ambasciatore, il fine è l’oblio e il mezzo è la ragion di Stato. Uno Stato cattivo, perché prigioniero di interessi che sovrastano la vita e la morte di un giovane ricercatore italiano, che cancellano le tracce delle torture, che caricano la molla del carillon degli orrori e dei depistaggi”. È quanto dichiara in una nota il deputato del gruppo Sinistra italiana-Possibile, Andrea Maestri, manifestando la sua vicinanza alla famiglia di Regeni per il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo.
“Rabbia e indignazione – prosegue il parlamentare – non sono più sufficienti, perché c’è stata l’abdicazione al dovere della verità. La stessa democrazia versa in cattivo stato se si piega e si traveste del suo simulacro avvizzito in nome di una innominabile ragion di stato. Lo ha detto con sfrontata e indecente precisione il ministro Alfano: ‘In qualità di rappresentante della Repubblica italiana, l’ambasciatore Cantini curerà gli interessi nazionali in Egitto e la nostra importante comunità in quel Paese'”. Per Maestro “è vero, Alfano ha anche detto che ‘l’impegno del governo italiano rimane quello di fare chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulio’. Ma si tratta di una inaccettabile e oscena mistificazione: la cooperazione giudiziaria la fanno le Procure, l’ambasciatore ritorna esattamente e solamente a ‘curare gli interessi nazionali in Egitto’. Di quali interessi parliamo? Sono interessi più importanti della verità per Giulio, per la sua famiglia, per ognuno di noi?”
“Hanno appena agito – conclude Maestri – e provano già a minimizzare, normalizzare, millantare. Ma nulla cancellerà lo sporco di un’azione ignobile e il cattivo odore delle stanze chiuse dove si è decisa. Pianificando tempi e luoghi, immagini e parole come una banda di ladri di democrazia”.

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