L'Arizona ai condannati a morte: procurate voi i farmaci per l'esecuzione
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L'Arizona ai condannati a morte: procurate voi i farmaci per l'esecuzione

Sembra un macabro scherzo ma è una delle regole del protocollo. Protestano gli avvocati: idea bizzarra

In Arizona è in vigore l'esecuzione con iniezione letale
In Arizona è in vigore l'esecuzione con iniezione letale
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globalist Modifica articolo

16 Febbraio 2017 - 22.11


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Sembra uno scherzo macabro, ma purtroppo non stanno scherzando: l’Arizona, stato in cui vige la pena capitale ha enormi difficoltà a procurarsi il cocktail letale per sopprimere i suoi condannati a morte. Così ha chiesto ai loro avvocati di procurarsi i barbiturici necessari per uccidere i loro assistiti.
Assudo ma vero. In Arizona le autorità hanno stilato un nuovo protocollo di esecuzione che contiene, fra mille allucinanti dettagli, la proposta indecente. «Se il legale del detenuto» o chi per lui «sono in grado di ottenere» e «fornire» al Dipartimento delle pene il «pentobarbital» o il tiopental sodico «in quantità e qualità sufficienti a portare a termine con successo» l’esecuzione, il direttore dell’istituto userà il protocollo di esecuzione corrispondente, vi si legge.
«Si tratta di un concetto bizzarro che richiede di compiere azioni che sono sia illegali che impossibili», commenta sul portale Arizona Republic Dale Baich, dell’ufficio del Difensore pubblico federale.
Come spiega il rappresentante dell’organo governativo, infatti, né il prigioniero né il suo avvocato avrebbero modo di ottenere o trasferire legalmente la pozione letale a terze persone: «Sulla base della Legge federale sulle sostanze controllate non riusciamo a immaginare un modo in cui si possa ottenere il medicamento: chi ottiene sostanze controllate illegalmente va in prigione», afferma.
Come altri Stati americani, l’Arizona fatica da tempo a reperire i composti necessari alle esecuzioni. Pentobarbital e tiopental non sono infatti più reperibili negli Stati Uniti e i produttori europei si rifiutano di esportarli per le iniezioni letali.
Il risultato è che l’Arizona non esegue condanne a morte dal 2014. Come ricorda Vice, infatti, il tentativo di sostituire il tiopental con il midazolam ha portato a una serie di esecuzioni andate male culminate nel luglio di quell’anno con l’uccisione di Joseph Wood, un condannato che ha «rantolato in cerca d’aria» per due ore prima di esalare l’ultimo respiro.
«Hey, America, pensavate che il meglio (ovvero il peggio) della follia governativa venisse da Washington, D.C.? », si chiede retorica Arizona Republic commentando il nuovo protocollo di esecuzione. «Vi sbagliavate: l’Arizona è ancora in gara!», conclude.

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