Taranto, +30% di tumori infantili rispetto al resto d'Italia
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Taranto, +30% di tumori infantili rispetto al resto d'Italia

Il dramma della città dell'Ilva: l'inquinamento in Puglia produce 20.000 nuovi casi di cancro all'anno.

Ospedale, immagine d'archivio
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18 Settembre 2016 - 17.35


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Una tragedia silenziosa: a Taranto si registra infatti il 30% in più della incidenza di tumori infantili rispetto alla media nazionale e 20mila nuovi casi di tumore all’anno in tutta la Puglia. I dati sono stati diffusi a Bari, alla Fiera del Levante, nel corso della presentazione del primo rapporto del Registro tumori  regionale che fa riferimento al periodo 2006 al 2011.

Il dato più allarmante riguarda proprio la città di Tarando dove la concentrazione di fabbriche, in particolare l’Ilva, fa aumentare il rischio di tumori nei bambini. La pessima qualità dell’aria è la principale sospettata per questa situazione. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha chiesto al governo garanzie per la salute dei cittadini tarantini: proprio oggi nel corso del discorso inaugurale della Fiera davanti al premier Renzi ha sollecitato il governo a fare qualche cosa per rimediare a questo dramma.

“In Puglia – secondo l’indagine – ogni anno si ammalano di tumore 11mila uomini e 9mila donne”, a fronte di una media nazionale che registra circa “350mila nuovi casi ogni anno”. Per gli uomini i tumori più diffusi sono quello ai polmoni e bronchi (18,1 per cento), mentre per le donne è il cancro alla mammella (29,2)”. Lucia Bisceglia, componente del centro di coordinamento del Registro tumori pugliese, ha spiegato che “il dato relativo alla totalità dei tumori nella nostra regione è in linea e anche inferiore a quello nazionale: si riscontrano però alcune criticità territoriali per alcune tipologie di tumori. Quella maggiore è rappresentata, per gli uomini, dal tumore al fegato che nella Bat (Barletta-Andria-Trani) ha un’incidenza del 33 per cento contro il 20,3 della media nazionale”.

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Un altro elemento di criticità è legato al “cancro ai polmoni che vede un’incidenza preponderante nelle province di Lecce e nel capoluogo tarantino”, ha aggiunto la ricercatrice nel suo intervento. Mentre un dato “decisamente superiore al trend nazionale” è anche quello riferito al “tumore alla vescica” nelle “province di Brindisi, Lecce e Taranto”. “Preoccupante” è stato definito l’aumento dei casi di tumore alla tiroide e del melanoma cutaneo. Infine, l’analisi della sopravvivenza entro i cinque anni dalla scoperta della malattia, rivela “dati in linea con la media nazionale e, in alcuni casi, più incoraggianti”, come per il cancro alla mammella e i tumori ematologici.

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