Professore-rasta scomparso da mesi: trovato il cadavere mummificato in casa tra pile di giornali
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Professore-rasta scomparso da mesi: trovato il cadavere mummificato in casa tra pile di giornali

In una abitazione di Milano. Nessuno,nemmeno il fratello, ne aveva segnalato la sparizione. Indossava vestiti invernali ed era sotto le coperte. Il decesso forse nello scorso dicembre

Vigili del fuoco
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Diego Minuti Modifica articolo

7 Settembre 2017 - 15.38


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Chissà con quali parole il professore milanese trovato morto, in una casa piena all’inverosimile di giornali, ha detto ai suoi familiari che non voleva più rapporti con nessuno, che voleva semplicemente vivere in pace, da solo. Chissà se alle parole erano seguite delle spiegazioni, dei motivi plausibili oppure i suoi parenti l’avevano presa come l’ennesima stravaganza di un uomo che, alla soglie della ‘vecchiezza’, come si diceva un tempo, aveva smesso di rispettare le regole, lasciandosi crescere i capelli che, da crespi, si erano trasformati in lunghe treccine da rastafariano, il suo segno caratteristico. Quello per cui tutti lo riconoscevano nel suo quartiere (la sua casa si trova in via Cacciatori, in zona Quarto Cagnino, in uno stabile come tanti altri). A trovarlo sono stati i vigili del fuoco che sono entrati in casa, ma non perchè qualcuno si era detto preoccupato dal non vederlo da troppo tempo, nonostante le sue stranezze. Che però non gli impedivano di tenere casa sua perfettamente in ordine, per come l’hanno trovata i vigili del fuoco, se non fosse per quelle colonne di giornali, impilati con precisione uno sull’altro.
A chiedere l’intervento dei vigili del fuoco sembra essere stato un vicino di casa, affatto indispettivo perché non lo vedeva da mesi, ma per il cattivo odore che usciva dall’appartamento.
Il cadavere è stato trovato nel letto, sotto le coperte e completamente mummificato, con ancora addosso abiti invernali. Cosa che sembra fare risalire la morte almeno all’inverno scorso e quindi c’è da chiedersi cosa mai abbia causato il cattivo odore, ad almeno otto mesi da decesso. Ma poco importa, se non il fatto che la solitudine ha fatto l’ennesima vittima, in una società in cui il dialogo e le cortesia sono diventate elemento di discontinuità e non invece una cosa normale anche tra persone che si conoscono appena. Il cadavere è stato ricoosciuto per quello del professore per le lunghe treccine crespe, dopo che il tempo ha cancellato le fattezze, lasciandole solo nel ricordo di chi lo conosceva. Ma nessuno era stato attraversato dalla domanda di che fine avesse fatto, nonostante non lo si vedesse in giro dallo scorso dicembre. Quasi che l’isolamento che aveva scoleto l’avesse fatto diventare invisibile già prima della sua sparizione.

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