La rabbia dei giornalisti di Radio Rai: solo direttori di passaggio
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La rabbia dei giornalisti di Radio Rai: solo direttori di passaggio

Dopo Andrea Montanari, transitato dfal Tg1 poer tornare come direttore del Tg1 adesso Gerardo Greco è a un passo da Rete 4

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17 Giugno 2018 - 08.35


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La redazione del Giornale Radio Rai dice basta. E’ ora di finirla con direttori di passaggio che considerano la direzione dei giornali radio della Rai solo come una sorta di “marciapiede” per afferrare la  promozione pensando ad altro se non addirittura – come sta accadendo – come piattaforma per acquisire contratti e posizioni fuori Rai, e al doppio di stipendio. L’ultimo direttore di passaggio nei Gr Rai, e praticamente già a Mediaset, è Gerardo Greco. Al Gr era arrivato da Agorà, al Gr ha sofferto apertamente della mancanza di visibilità, di uno studio televisivo da padroneggiare, tanto da impegnare tante e tante risorse economiche per quella radiovisione che è servita soltanto per guardarsi.
Qualche milioncino di euro per un giocattolo che non ha comunque soddisfatto il direttore di passaggio. Tanto che nel contratto con Mediaset, che gli consegna la direzione di Rete4, c’è anche uno spazio televisivo tutto per lui. Resta un Gr senza timoniere ( i più cattivi hanno evocato Schettino ) che non sa dove andare e come arrivarci. Questo, alle porte dell’estate, con i contratti degli esterni che scadono e con i palinsesti estivi da supportare con gli interni, piuttosto esasperati. Peraltro, c’è chi ricorda che il flirt con Mediaset risale al tempo di Agorà. Allora, se così stavano le cose, perché addossare al Gr un uomo di passaggio con la nostalgia per quello che si lasciava alle spalle e con la testa altrove? Greco dopo Andrea Montanari. Il predecessore di Greco, infatti, arrivava al Gr da vice direttore del Tg1. Secondo la ricostruzione fatta al Gr, anche Montanari era arrivato pensando di fare al Gr solo qualche mese da direttore per poi tornare da direttore al Tg1. E così è stato, tanto che Montanari al Giornale Radio non ha neanche pensato di disfare i pacchi, pronto a riprenderli il prima possibile per ritornare da direttore lì da dove era arrivato.
Per risalire ad un direttore di Gr Rai vero e con progettualità bisogna andare parecchio indietro nel tempo, più di 20 anni, direttore Paolo Ruffini. Sta di fatto che, provvisorietà delle direzioni, mancanza di progettualità e assenza di idee per rinnovare un mezzo straordinario ma bistrattato dall’azienda, con la necessità di rinnovare linguaggio e cifra narrativa, hanno intaccato rovinosamente gli ascolti. Da qui l’esasperazione della redazione, che pensa a manifestare clamorosamente questo malessere. Non è più disposta a regalare la propria fiducia a gente di passaggio. Ciliegina sulla torta, pare che il direttore in uscita sicuro di passare alla concorrenza privata lasciandosi alle spalle il servizio pubblico, abbia promesso decine e decine di promozioni. Ora le promesse c’è chi vuole metterle all’incasso ma allo sportello c’è la scritta “closed”. In tanta incertezza, l’unica cosa certa è la corsa al riposizionamento, soprattutto di vice e dirigenti che pensano di poter correre per la successione a Greco. Chi è stato ed è a destra prova a presentarsi alla Lega, chi non ha un passato e un presente di destra mette il navigatore per capire come arrivare ai 5Stelle. Nel frattempo, la nave è col timone in  tilt, l’equipaggio sbanda, il mare è grosso.

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